Cronaca

Rinasce l'ex Banca d'Italia: perfezionato
l'acquisto da parte del Gruppo Findonati

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E’ andata a buon fine con la firma del rogito e la consegna delle chiavi, la vendita della ex sede cremonese della Banca d’Italia di via Verdi.
L’immobile è stato acquistato dal Gruppo Findonati Spa che da oltre due anni aveva manifestato interesse all’avviso di vendita pubblicato dall’istituto bancario. La trattativa non si era mai interrotta del tutto e finalmente, lunedì mattina, si è conclusa.

Potrà così rinascere il complesso abbandonato da 13 anni, dopo la chiusura di molte filiali decentrate in tutta la penisola, un immobile su cui si erano posati gli occhi anche di altri investitori, pubblici e privati.

3500 metri quadrati di superficie utile per appartamenti, una ventina quelli che potranno essere realizzati, oltre al piano rialzato dove sorgevano gli sportelli aperti al pubblico, che sarà riqualificato e mantenuto a destinazione terziario, uffici o commercio.

Nulla cambierà nell’aspetto esteriore dell’immobile, se non per effetto di una serie di interventi di ristrutturazione che interesseranno soprattutto gli spazi comuni interni, in modo da adeguare le unità abitative alle esigenze attuali che vedono sempre di più “il verde” come elemento centrale.
Nella corte interna infatti troverà spazio un nuovo giardino su cui si affacceranno i nuovi balconi e terrazzi, a completamento degli appartamenti, aumentando quindi la quota di verde nel centro cittadino.

L’immobile risale alla fine degli anni Cinquanta del secolo scorso, su progetto dell’architetto di fama Luigi Vagnetti (1915 – 1980) che l’aveva inserito nel contesto di quella che allora era piazza Cavour, già dominata dall’imponente edifico della Ras e dal retro di palazzo Comunale. Un progetto tormentato, che tra l’altro cadeva negli anni in cui il Comune stava ridisegnando la piazza stessa, fattore che impose vari cambi di direzione al progettista, in aggiunta alle richieste della Soprintendenza.  I colori del cotto dei palazzi esistenti venivano richiamati dall’utilizzo
del marmo rosso di Verona per i rivestimenti della facciata della Banca.

Ad oggi l’incarico per il progetto di riqualificazione non è ancora stato assegnato, ma sarà un importante studio di architettura di fama internazionale a realizzarlo, con l’input di rendere questo spazio un mix di modernità (uso delle più recenti tecnologie impiantistiche per assicurare il massimo risparmio in termini di consumi energetici) e di calore abitativo con una attenta ricerca e attenzione alla progettazione del verde. Sarà quindi aumentato lo spazio destinato al verde nella parte compresa tra le tre ali dell’edificio, caratterizzato da una pianta a “C”, e saranno realizzati garage sfruttando anche l’interrato.

L’idea è quella di realizzare spazi comuni oltre agli appartamenti, che consentano occasioni di aggregazione e incontro tra i residenti.
Insomma, il recupero di una dimensione abitativa diversa da quella del classico condominio, ad esempio prevedendo spazi di co-working o per i giochi dei bambini, come già avviene in altre città.

Riqualificazione prevista anche per il portico lungo la Via Verdi, che resterà privato come lo è attualmente, anche se ad uso pubblico.

Con l’avvio dei lavori nella ex Banca d’Italia, presumibilmente dall’anno prossimo,  si compie un altro passo verso la riqualificazione di una delle piazze più significative di Cremona, dove l’ultimo intervento di rilievo era stata la demolizione della ex Casa di Bianco (tranne che per i vecchi portici) e la costruzione dell’edificio ad uso misto residenziale commerciale su progetto di Mario Cucinella. Restano purtroppo altri contenitori vuoti da troppo tempo a poca distanza, dall’ex cinema Tognazzi al Politeama di corso Campi, i cui destini sembrano definitivamente incagliati.

Obiettivo non ultimo è anche  quello di contribuire alla rivitalizzazione del centro storico di Cremona ricollegandosi agli importanti temi della Rigenerazione urbana. Le riconversioni dei grandi “contenitori”, proprio per le loro dimensioni, risultano spesso molto complicate
nella loro riprogettazione e comportano importanti impegni economici e progettuali per gli operatori, particolarmente a fronte dell’attuale e pesante crisi dei mercati. gbiagi

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