Cronaca

Botte al trans: rapina pianificata?
Gli arrestati non rispondono al gip

Per la difesa, "un momento di trasgressione extra coniugale
che si è trasformato in una brutta storia tutta da chiarire".

Nell’interrogatorio di garanzia fissato per oggi pomeriggio nel carcere di Cremona, si è avvalso della facoltà di non rispondere il cameriere albanese di 32 anni finito in manette venerdì da parte degli agenti della Squadra Mobile per rapina aggravata avvenuta lo scorso 23 maggio nell’abitazione di un transessuale in via Panfilo Nuvolone. Non ha risposto al giudice nemmeno l’altro arrestato, un commerciante d’auto, anche lui albanese, rinchiuso nel carcere di Modena. Entrambi sono assistiti dall’avvocato Luca Curatti.

Secondo la polizia, i due connazionali avevano confezionato per “Miranda”, nome d’arte dell’uomo, un appuntamento trappola dopo averlo agganciato su un sito per escort. La loro intenzione, per gli inquirenti, era quella di compiere una rapina. Tanto che i due albanesi si erano fatti accompagnare da un connazionale, poi denunciato, che aveva atteso fuori facendo da palo.

Appena il trans aveva aperto la porta era stato malmenato e minacciato con un coltello, e poi rapinato di  500 euro in contanti, del pc e di diversi smartphone. Dopo il colpo, i tre si erano allontanati in direzione Parma, ma la polizia li ha identificati grazie all’analisi dei sistemi di videosorveglianza, dei varchi stradali e delle “scie digitali”.

L’avvocato Curatti all’ingresso del carcere

“Abbiamo scelto la linea del silenzio”, ha spiegato l’avvocato Curatti, “anche perché è importante e necessario prendere visione del fascicolo processuale per capire esattamente quali siano le investigazioni della Questura e per quale motivo sia stato ascritto ad entrambi i miei assistiti il reato di rapina aggravata. Non si tratta assolutamente di difendere in maniera insensata, come sento dire da alcune persone (il riferimento è agli attacchi sui social, ndr), ma di avere un’opinione chiara di quelli che possono essere i fatti che non necessariamente devono essere quelli contestati dalla Questura. Mi riservo di vedere il fascicolo”.

Il legale ha poi ricordato che il 32enne albanese, per il quale ha chiesto al gip gli arresti domiciliari, si è costituito volontariamente una volta avuta notizia della notifica dell’ordinanza di custodia cautelare. “Questo è stato fatto per chiarire e per capire”, ha sostenuto Curatti. “Non significa ammettere alcuna responsabilità”.

Per la difesa, non si è trattato di una rapina pianificata, ma di “un momento di trasgressione extra coniugale che si è trasformato in una brutta storia tutta da chiarire e da approfondire”. I due albanesi, in sostanza, avrebbero cercato un incontro con una escort, ma si sono trovati davanti un transessuale. Una sorpresa che avrebbe fatto scatenare la violenza.

Circa la presenza del terzo uomo, il cosiddetto palo, per l’avvocato “è una posizione che rimane nelle investigazioni della Questura. Non credo che vi sia stata alcuna necessità da parte dei miei assistiti di voler effettuare una rapina. Se la teoria del palo fosse quella che la Questura ritiene la più concreta, allora non capisco per quale motivo non sia stato arrestato per rapina in concorso con i miei assistiti, perché le responsabilità, allora, sono le stesse”.

Sara Pizzorni

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