Economia

Ricerca ed innovazione al centro
per un'autentica sostenibilità

Il tema è stato al centro dell’assemblea annuale di Agronetwork, l’associazione per l’agroindustria che si propone di promuovere ed agevolare lo sviluppo della competitività delle imprese agroalimentari e del patrimonio agroalimentare italiano

Senza ricerca non può esserci sostenibilità

Il tema di questa settimana, la sostenibilità, con tutte le sue sfumature, è stato al centro dell’assemblea annuale di Agronetwork (l’associazione per l’agroindustria che si propone di promuovere ed agevolare lo sviluppo della competitività delle imprese agroalimentari e del patrimonio agroalimentare italiano) che ha analizzato i risultati della ricerca sul tema “Sostenibilità, Innovazione e Sicurezza Alimentare”.

In apertura i dati emersi dal rapporto di ricerca “Il consumatore tra nuove esigenze e disponibilità a pagare”. Dall’indagine risulta che appena il 17% degli italiani dichiara di tenere “molto” in considerazione gli aspetti di sostenibilità nella scelta dei prodotti alimentari, mentre il 53,3 % sostiene di preoccuparsene abbastanza. Poco interessati invece si dicono il 20,6% e per nulla interessati il 6,9%.

Nonostante si registri una crescente attenzione per la sostenibilità, rimane il “fattore-prezzo” il maggiore limite alla diffusione dei prodotti sostenibili sul mercato italiano. Solo un terzo degli intervistati (33,7%) dichiara infatti che sarebbe “certamente” disposto a spendere il 5% in più per l’acquisto di prodotti sostenibili. Percentuale che quasi si dimezza (18,5 %) qualora i costi dovessero aumentare del 10% in più rispetto ai prodotti tradizionali. Per fronteggiare eventuali rincari sulla base della rilevanza assegnata alla sostenibilità in fase di acquisto (in futuro è probabile che alcuni prodotti alimentari saranno realizzati con criteri rigorosi di sostenibilità, di conseguenza, con costi di produzione maggiori rispetto a quelli attuali), gli italiani si dicono intenzionati a continuare a spendere la stessa cifra riducendo le quantità di alimenti (28,6%) e scegliendo di volta in volta se acquistare o meno prodotti sostenibili (27%). Solo il 31,5% si dichiara disposto a spendere di più per avere prodotti sostenibili e mantenere invariate le quantità di cibo che acquista ora.

Il presidente di Agronetwork, Sara Farnetti, ha ribadito come attraverso le nostre scelte “siamo responsabili per l’uso che facciamo del cibo per noi e per l’ambiente. Ogni giorno possiamo scegliere infatti di essere sostenibili per la nostra salute e al tempo stesso per l’ambiente in cui viviamo, il nostro unico habitat possibile. È necessario quindi sostenere la formazione di una coscienza alimentare. Non sono i tipi di alimenti a fare la differenza, piuttosto come si associano in un programma nutrizionale”.

Nel corso dell’assemblea sono poi intervenuti Giuseppe De Rita (presidente Censis) ed Emanuele di Faustino (Senior Project Manager di Nomisma). Quest’ultimo ha sottolineato come i consumatori siano sempre più attenti alla sostenibilità dei prodotti alimentari confermando tuttavia (indagine di Nomisma per Federvini) che rimane il rapporto prezzo – qualità ad orientare maggiormente le scelte. La sostenibilità, infatti, rappresenta solo il quarto fattore di scelta (ai primi 3 posti: presenza di promozioni, origine italiana e prezzo basso dei prodotti).

Non potevano mancare poi le testimonianze dirette degli imprenditori. Il confronto “esperienze concrete nell’agroindustria” ha coinvolto, tra i numerosi soci di Agronetwork, tre aziende di rilievo nazionale ed internazionale come Coca Cola Italia, Heineken Italia e Bat (British American Tobacco).

Ogni azienda agricola ed industriale affronta le grandi sfide ambientali facendo propri gli obiettivi di sostenibilità. Obiettivi che hanno un costo rilevante: i costi totali sostenuti dal settore negli ultimi dieci anni oscillano fra un minimo del 6% ed un massimo del 21% in funzione dei diversi prodotti agroalimentari e dei diversi canali distributivi.

“Sui temi di sostenibilità quello che ieri era eccezionale, oggi è normale e domani sarà insufficiente” afferma Alfredo Pratolongo (direttore comunicazione ed affari istituzionali di Heineken Italia). “Siamo partiti oltre 10 anni fa con il lancio di Brewing a Better World, un piano che ha dimezzato le emissioni di CO2 e i consumi di acqua. Il piano 2030 e 2040” prosegue il presidente di Assobirra “sono necessariamente più ambiziosi e mirano rispettivamente ad azzerare la emissioni di CO2 in produzione entro 8 anni e raggiungere la carbon neutrality nell’intera catena del valore entro il 2040.”

Altro esempio virtuoso in materia è quello di Coca Cola Italia. Come testimoniato da Cristina Camilli, direttore comunicazione e relazioni istituzionali della azienda : “Il tema della sostenibilità ambientale rappresenta una sfida fondamentale e le imprese sono chiamate a svolgere la propria parte: da anni noi di Coca-Cola ci impegniamo nel migliorare la sostenibilità degli imballaggi e continuiamo a investire in innovazioni di formati e materiali per consentire alle persone di gustare le nostre bevande, in modo sostenibile per loro e per il pianeta. Il nostro ultimo passo in questa direzione sono i tappi uniti alla bottiglia, un’innovazione importante che ha l’obiettivo di ridurre la dispersione e l’impatto della plastica sull’ambiente.

Infine, al tavolo di confronto, l’esperienza di BAT Italia, azienda che ha ottenuto prestigiosi riconoscimenti su scala globale, tra cui il titolo di “Sustainaibility Leader” da parte del Dow Jones Sustainaibility World Index e quello di “Climate leader” da parte del Financial Times. “Riconoscimenti che sono la conseguenza di molteplici azioni che puntano a raggiungere obiettivi straordinariamente ambiziosi,” come afferma Massimiliano Colognesi, head of external affairs Italy per la azienda leader del settore, “dalla lotta al cambiamento climatico (con il raggiungimento della carbon neutrality per uffici e stabilimenti produttivi entro il 2030 e per la filiera entro il 2050) all’eliminazione della plastica mono-uso dal packaging (entro il 2025), passando per il contributo a sfide epocali come quella della transizione energetica e della riduzione nell’uso dell’acqua”. Come emerso chiaramente dalle testimonianze, dunque, ricerca ed innovazione sono indispensabili per accrescere la sostenibilità.

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