Tamoil, Comune avvia
azione per risarcimento
Due i fronti aperti nell’ambito del caso Tamoil per il Comune di Cremona, che ha avviato parallelamente azioni di tipo giuridico e altre di tipo tecnico, allo scopo, da un lato, di ricevere un congruo risarcimento danni, e dall’altro di approfondire lo stato dell’inquinamento del sottosuolo, a 15 anni dall’avvio della barriera idraulica.
A illustrare le iniziative sono stati il sindaco Gianluca Galimberti e l’assessore Simona Pasquali, affiancati dai legali Enrico Cistriani e Alessio Romanelli, dalla dirigente Cinzia Vuoto e dal segretario generale Gabriella Di Girolamo, durante una conferenza stampa svoltasi nella Sala Consulta di Palazzo Comunale.
Come hanno spiegato i legali, sono due le azioni messe in campo dal punto di vista giuridico. Da un lato l’amministrazione ha predisposto una lettera, da inviare al ministero dell’Ambiente, affinché si costituisca parte civile per chiedere il riconoscimento del danno ambientale (cosa che non era stata fatta in sede di procedimento penale). Inoltre, gli avvocati del Comune darnno avvio all’azione civile nei confronti dei responsabili per ottenere la condanna al risarcimento di tutti i danni, patrimoniali e non patrimoniali, subiti a causa del disastro ambientale cagionato dalla Raffineria Tamoil e accertato con la sentenza penale del Tribunale di Cremona del giudice Guido Salvini del 2014, nonché confermato dalla Corte d’assise d’appello di Brescia e dalla Suprema Corte di Cassazione. A breve sarà notificato l’atto di citazione e successivamente iscritta a ruolo la causa presso il Tribunale di Cremona. L’entità del danno che si richiederà è di gran lunga superiore alla cifra riconosciuta. La prima udienza della causa è prevista prima della fine dell’anno in corso. La prima udienza, hanno fatto sapere Romanelli e Cistriani, potrebbe tenersi già prima di Natale.
Per quanto riguarda l’aspetto più tecnico del problema, come ha spiegato Cinzia Vuoto, “abbiamo chiesto a Tamoil una caratterizzazione dell’area interessata all’inquinamento, estendendo l’indagine anche alle zone limitrofe, in modo da ottenere una sorta di mappatura della presenza di inquinanti nel sottosuolo, e per capire quanto sia estesa la presenza del surnatante, e a cosa essa sia dovuta”. Per realizzare questo approfondimento, richiesto a Tamoil a fronte di quanto emerso nell’ultima conferenza dei servizi, verranno utilizzati dei sistemi tecnologici all’avanguardia, in grado di rilevare la presenza di inquinanti nel sottosuolo. “Valuteremo in corso d’opera quanto estendere l’indagine, in accordo con l’azienda”.
Ancora prima di iniziare l’attività verrà convocata una nuova conferenza dei servizi, proprio per illustrare il progetto, e ne seguirà un’altra una volta che saranno disponibili i risultati. “In autunno, poi, convocheremo l’Osservatorio Tamoil per fare il punto della situazione” ha spiegato Pasquali. “Stiamo lavorando affinché la questione sia sviscerata al meglio”.
“Abbiamo chiesto ai tecnici ancora più rigore” ha aggiunto Galimberti. “Noi agiamo ascoltando due attori principali: i cittadini e i tecnici, a cui gli amministratori non si possono sostituire. Ma possiamo e dobbiamo dare un indirizzo politico, che è quello di approfondire, allo scopo di garantire la salute dei cittadini e dell’ambiente, basandoci sugli elementi tecnico-scientifici a nostra disposizione”.
Il sindaco e i tecnici hanno anche risposto alle obiezioni sollevate da Lega e Radicali: “La scelta di procedere alla caratterizzazione ha lo scopo proprio di individuare qual è l’attuale situazione dell’inquinamento, in modo da sapere poi come muoverci”. Sulla base dei risultati, infatti, Arpa potrà decidere se avviare ulteriori approfondimenti sulla tenuta dei serbatoi di stoccaggio della raffineria.
L’amministrazione ha infine sottolineato, sempre rispondendo a Lega e Radicali, che per il momento non è stato presentato alcun piano di reindustrializzazione dell’area Tamoil.
Laura Bosio