Politica

"Vietare la messa per il Duce":
l'odg non passa all'unanimità

nella foto d'archivio una passata edizione della messa del Duce al cimitero

Apologia del fascismo, legge Scelba, commemorazione di Mussolini e Farinacci, il ras di Cremona, che ogni anno si ripete al cimitero alla fine di aprile. Se ne è parlato ancora una volta oggi in consiglio comunale, e ancora una volta sono tornate a galla tensioni ideologiche mai sopite, nonostante sia passato ben oltre mezzo secolo dalla fine degli eventi storici che spezzarono in due il Paese. Il punto di partenza oggi pomeriggio è stato l’ordine del giorno del Pd, che chiedeva un impegno del Comune a chiedere alle istituzioni preposte all’ordine pubblico di far rispettare il divieto di manifestazioni inneggianti al fascismo che ogni anno si ripetono in città. In particolare, la messa del Duce al cimitero dello scorso 29 aprile.

Ad accendere il dibattito, sono state le motivazioni di vari esponenti della minoranza che pure dichiarandosi antifascisti, si sono astenuti, nel nome del rispetto della libertà di espressione. Hanno invece  votato a favore dell’odg i consiglieri di Forza Italia, pur con dei distinguo illustrati dal capogruppo Malvezzi che dichiarandosi culturalmente estraneo a qualunque ideologia  abbia poi condotto a totalitarismi di destra e di sinistra, ha specificato che il luogo dove porre la questione è il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, “dove il sindaco ha la possibilità di chiedere che  il divieto venga fatto rispettare. Mi chiedo inoltre se i Vigili urbani abbiano mai avuto l’input di mettere in atto determinate azioni deterrenti. Insomma, il primo che dovrebbe darci le risposte è il sindaco”.

Simona Sommi, consigliere della Lega è stata più netta: “Non accetto di fare il censore di alcune manifestazioni, ci sono altre autorità per farlo. Le interpretazioni della legge Scelba sono discordanti, chi siamo noi per diventare giudici?
La proposta è lodevole, siamo tutti antifascisti, ma nel merito trovo questa proposta demagogica, come spesso avviene in questo Consiglio”.

Pietro Burgazzi, ex Lega, ed ex vigile, ricorda quando era lui di servizio al cimitero durante il raduno dei nostalgici per la Messa del Duce: “Non si è mai intervenuti per evitare di fomentare litigi. Episodi gravi non mi pare si siano mai verificati. C’è però il fattore mediatico, ecco di quello se ne potrebbe fare a meno. Non c’è tanta gente che segue questa roba, è un’esperienza sorpassata”.

Più articolato il discorso di Alessandro Zagni, capogruppo Lega: “Qui sembra che se uno non vota a favore, passa per quello che ripiange il fascismo. Premesso che non è così, si tratta di capire perchè oggi dobbiamo prendere questo provvedimento, nel momento in cui su questo tema sono stati fatti tanti interventi da parte del Comune e nessun intervento da parte di chi dovrebbe contestare dei reati.
La Procura non è mai intervenuta, la questura, lo ha detto anche prima di me Lapo Pasquetti (Sinistra per Cremona) sta a guardare; dalla Polizia locale nessuna sanzione.
Perchè dovremmo andare a tirare la giacchetta alle forze dell’ordine dicendo che non stanno facendo il loro lavoro, come di fatto questo odg sottintende? Non vedo un ruolo da parte del consiglio comunale per far rispettare quella che è una legge”.

Compatta la maggioranza nel condividere i contenuti dell’odg, che parte dalla citazione della legge Scelba e arriva a citare una precedente presa di posizione del Consiglio comunale di Cremona ispirata al dettato costituzionale in materia di divieto di riorganizzazione del partito fascista chiedendo lo scioglimento di movimenti politici come Forza Nuova.

Come ha detto Enrico Manfredini, Fare Nuova la Città: “Sono un po’ in imbarazzo, parlare in consiglio comunale di un ordine del giorno che chiede il rispetto di una legge sinceramente mi turba. Stiamo parlando di una manifestazione che si ripete al cimitero da almeno 15 anni e sembra che non ci sia modo di impedirla. Mi sarei aspettato un intervento della magistratura. Perchè non c’è mai stato? Non è considerato reato? Non ci sono gli estremi? Lo si dica, per evitare che ogni anno il sindaco emetta un’ordinanza che poi non viene rispettata. E’ giunto il momento di fare chiarezza”.

Lapo Pasquetti, di Sinistra per Cremona, avvocato e già diverse volte intervenuto sul tema, ha tracciato i confini giuridici della questione, tutt’altro che chiara, tanto che a livello nazionale, denunce che hanno dato avvio a procedimenti penali si sono risolte in un nulla di fatto.

Tra gli interventi più accesi nel rimarcare la difficoltà della destra italiana a fare i conti col proprio passato, quello di Stella Bellini e di Roberto Poli: “Vedo oggi almeno un paio di scivoloni della destra, paragonare fascismo e comunismo in Italia mi pare impossibile. Il comunismo è stato parte della lotta antifascista e della redazione della Costituzione. Il dibattito di oggi porta lontano dall’ordine del giorno”. Gli ha risposto Federico Fasani, Forza Italia: “Potevate evitare di brandire questa cosa per darci dei fascisti, attaccarci ancora su questo fronte mi sembra ridicolo”., la sintesi estrema del suo intervento.

Da ultimo ha parlato l’assessore alla cultura Luca  Burgazzi che ha spiegato l’iter che porta alla messa del Duce. Gli organizzatori non chiedono l’autorizzazione, ma semplicemente informano ogni anno l’amministrazione comunale che la cosa si svolgerà nel tal giorno. L’amministrazione risponde di non autorizzare la manifestazione e lo stesso fa la Questura. Diversa cosa sono manifestazioni, come ad esempio il recente Pride, in cui  l’organizzatore chiede l’autorizzazione.
“Qui non è all’ordine del giorno la libertà di opinione – ha detto Burgazzi –  ci sono leggi che vietano questa cosa. Occorre fare di più per far sì che questa manifestazione non si ripeta, non per velleità di censura, ma perchè questa città deve essere dichiaratamente antifascista. Questa manifestazione è un reato, ci sono filmati e fotografie che documentano  come i partecipanti usino toni chiaramente al di fuori delle istituzioni democratiche e delle regole della Costituzione, rivendicando l’appartenenza alla repubblica sociale italiana”.

L’ordine del giorno alla fine è passato con sei astenuti (Lega e Fratelli d’Italia; assente il capogruppo Ventura). gbiagi

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