Politica

Fit-for-55, Salini: "No
all’elettrificazione forzata"

Guidesi: "Decisione che provocherà gravi danni sociali"

“In plenaria abbiamo proposto la riduzione delle emissioni di CO2 pari al 90% per i nuovi veicoli dal 2035, votando contro il taglio del 100%, quest’ultimo un obiettivo ideologico e svincolato dalla realtà. La messa al bando totale dei motori a combustione dal 2035 e la conseguente elettrificazione a tappe forzate vanno contro il principio di neutralità tecnologica e rappresentano un errore strategico che rischia di distruggere l’intera filiera dell’auto e centinaia di migliaia di posti di lavoro”. A dirlo l’eurodeputato di Forza Italia Massimiliano Salini, relatore PPE del regolamento sugli standard di CO2 per auto nuove e veicoli leggeri, commentando il voto di oggi in plenaria a Strasburgo.

Sempre Salini aggiunge: “Un’impostazione ideologica che cala dall’alto target ambientali astratti, e che somiglia più al dirigismo cinese che alla tradizione europea di un vero confronto dal basso. Con un potenziale, enorme, effetto boomerang sulla crescita industriale: ponendo infatti fuori gioco migliaia di imprese della componentistica e della filiera automotive si mette in pericolo la capacità stessa di fare innovazione, che storicamente è la forza del nostro sistema manifatturiero e delle nostre Pmi”.

L’eurodeputato prosegue: “Il ban totale al 2035 è inoltre una scelta tecnicamente contraddittoria, l’esempio è sotto gli occhi di tutti: in Cina le auto elettriche stanno sostituendo quelle a combustione interna ma l’energia elettrica viene prodotta soprattutto con centrali a carbone, che inquinano smisuratamente di più dei motori a combustione interna con carburanti green di ultima generazione”.

“Un passaggio drastico all’elettrico – conclude – consegnerà l’automotive europeo ad una dipendenza quasi totale dalle batterie prodotte in Cina, da dove proviene l’80% delle forniture globali. Continueremo a lavorare per strappare maggiore flessibilità sul pacchetto Fit-for-55 nella trattativa del trilogo finale con Commissione e Consiglio: siamo favorevoli ad una transizione verde ambiziosa, che non provochi però distruzione di valore industriale ma sia sostenibile sul piano economico-sociale”.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche l’assessore allo Sviluppo Economico di Regione Lombardia, Guido Guidesi: “La chiusura delle istituzioni europee nei confronti della neutralità tecnologica provocherà la scomparsa di aziende e di posti di lavoro. Inoltre, in Europa solo alcuni cittadini potranno permettersi un’automobile”.

“Il ‘sistema lombardo’ – ha aggiunto – aveva fatto proposte attraverso il ‘Manifesto della Mobilità Sostenibile’ grazie al quale si sarebbero raggiunti gli obiettivi ambientali, tutelando le aziende, i lavoratori e sviluppando ulteriori opportunità occupazionali. Credo che il vero obiettivo sia quello di avere meno auto in circolazione, non mi spiego altrimenti il ‘no’ ai carburanti bio che garantiscono lo stesso risultato dal punto di vista ambientale”. “Economicamente parlando festeggeranno solamente i produttori di batterie e coloro i quali dispongono della materia prima per produrle, che non mi risulta siano in Europa”.

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