Politica

Galimberti: "Inqualificabile
la statua blasfema"

Il primo cittadino interviene dopo il Cremona Pride di sabato 4 giugno: "Essere coerente per me passa dalla condanna ferma di quel gesto blasfemo ma anche dal considerare che si è trattato di un gesto isolato, che non può e non deve inficiare la bellezza e l’importanza di quel corteo, ed è quello che il Comune ha patrocinato".

“Di questo non c’era bisogno, no. Non solo perché è offensivo. Anche per il fatto che alla fine fa più notizia il gesto sbagliato, volgare e sciocco di dieci incivili che i colori e l’entusiasmo di migliaia di persone”: a dirlo è il sindaco di Cremona, Gianluca Galimberti, che prende posizione nella vicenda della Madonna blasfema vista sfilare in corteo durante il Pride svoltosi sabato 4 giugno.

Per il primo cittadino, “sfilare con una statua della Madonna blasfema è per me inqualificabile. Irrispettoso non solo verso chi crede e verso la storia della città, ma, secondo me, anche verso chi ha partecipato al corteo manifestando le proprie idee con rispetto. A quei pochi dico che esprimere le proprie posizioni deve passare dal considerare e rispettare quelle degli altri. Sempre”.

Il sindaco è stato chiamato in causa più volte questo fine settimana, e ha ricevuto diversi messaggi, che gli chiedevano di prendere posizione sulla vicenda, in quanto cattolico. “Essere coerente per me passa dalla condanna ferma di quel gesto. Senza se e senza ma” sottolinea.

“Essere coerente passa anche dal considerare che si è trattato di un gesto isolato, che non può e non deve inficiare la bellezza e l’importanza di quel corteo, ed è quello che il Comune ha patrocinato. Essere coerente vuol dire anche cogliere gli spunti arrivati dalla piazza di sabato e dall’indignazione legittima del giorno dopo, per rilanciare il confronto civile e costruttivo sui temi posti dal pride, sul modo che si ha ancora (anche a Cremona) di guardare la diversità sessuale giudicando e condannando prima che cercando di capire e incontrare l’umanità dell’altro”.

“Il diritto di espressione non è un diritto all’offesa” rincara la dose il sindaco. “La libertà individuale non può tradursi in un egoismo individualista di pretesa. Allo stesso tempo, ogni diversità negata è una negazione di tutte le diversità e opporsi a discriminazioni e violenze significa opporsi a tutte le discriminazioni e violenze contro tutti. In altre parti del mondo, dove proprio le persone che colorano i pride vengono discriminate o addirittura eliminate, e anche qui, dove spesso ancora prevale una cultura omofoba e macista.

Per questo, mi piacerebbe che su questi temi anche in città si aprisse un dibattito serio, rispettoso e costruttivo. Ecco perché il pride è stato importante. Come mi ha scritto un amico: “Sabato ho visto 20 metri stupidi e offensivi e mi sono profondamente indignato. Però mi è rimasto il resto. Quasi un chilometro di colori e di diritti”.

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