Inchiesta Tamoil: reati ambientali, tre a processo
Prima udienza di uno dei filoni della maxi indagine sulla raffineria Tamoil. Gli imputati sono accusati di reati ambientali. Quattro i capi di imputazione a carico di Enrico Gilberti, 64 anni, di Robecco d’Oglio, residente a Cremona, gestore della Tamoil, di Livio Ernesto Tregattini, 50 anni, di Cremona, delegato del settore ambiente e sicurezza, e del libico Mohamed Abulaiha Saleh, 61 anni, residente a Cremona, legale rappresentante della Tamoil raffinazione. La procura contesta l’illecita gestione di rifiuti, reati in materia edilizia, lo sversamento nel fiume Po di acque reflue industriali tossiche e pericolose e il getto pericoloso di cose. Per quanto riguarda l’illecita gestione di rifiuti, il 26 novembre e il 4 dicembre del 2009 “stoccavano e depositavano in modo incontrollato, in più zone dell’azienda (area 1, deposito temporaneo di Tamoil, l’unica area ancora sotto sequestro, area 2, attigua al bacino di contenimento del serbatoio E29, area 3, nelle immediate vicinanze e all’interno del deposito ex Foster Wheeler ad ovest del serbatoio E29, area 4, a nord ovest del serbatoio E29, area 5, tubo di scarico al suolo presente sulla strada E209), rifiuti pericolosi e non pericolosi derivanti dalle attività di raffinazione, sversando al suolo, privo di pavimentazione e di un idoneo sistema di convogliamento delle acque, i liquidi frammisti ad idrocarburi e sostanze altamente inquinanti percolanti dai grossi contenitori”. I tre imputati dovranno anche rispondere di reati in materia edilizia, in quanto, nel dicembre del 2009 “realizzavano senza permessi, in un’area sottoposta a vincolo paesaggistico 12 edifici che utilizzavano per lo stoccaggio dei rifiuti, per il deposito di attrezzature e quali veri e propri luoghi di lavoro”. Ai tre è contestato anche l’episodio dell’ 8 settembre del 2009, quando, per l’accusa, “sversavano nel fiume Po acque reflue industriali tossiche e pericolose per la presenza, visiva e olfattiva, di idrocarburi liquidi e di sostanze derivate dalla lavorazione del petrolio”. Infine, il reato di getto pericoloso di cose, “mediante emissione in atmosfera di gas idrocarburici provenienti dalla zona delle vasche di lavaggio degli scambiatori”, recando “molestia agli studenti e al personale dell’istituto Stanga che il 24 e il 26 novembre del 2009 si vedevano le aule invase da gas, tanto che tre dipendenti della scuola si sentivano male”. Gilberti e Saleh sono difesi dall’avvocato Carlo Melzi d’Eril, del foro di Milano, mentre Tregattini dall’avvocato Isabella Cantalupo. Oggi avrebbero dovuto essere sentiti i primi testimoni, ma il giudice Francesco Sora ha rinviato all’11 luglio per dare la possibilità alle parti di valutare la richiesta di eventuali riti alternativi.
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