Cronaca

Centro riabilitativo nel Plis Morbasco
Il Wwf teme altro cemento

Sta iniziando all’interno del parco del Morbasco l’allestimento del cantiere per la realizzazione del centro riabilitativo ‘CR2 Sinapsi’ di Occhi Azzurri, la onlus che da anni si impegna nella ricerca scientifica e per le attività ricreative rivolte ai bambini con disabilità nel neurosviluppo. Da ieri è attiva l’ordinanza comunale che consente di allestire il cantiere e all’ingresso da via I maggio sono comparse le prime transenne che delimiteranno l’area. Un cantiere che, stando all’ordinanza, avrà validità fino a dicembre, salvo naturalmente che i lavori finiscano prima.

Del progetto si parla da tempo e va a valorizzare il forte impegno del presidente di occhi Azzurri, Filippo Ruvioli, che ha raccolto attorno alla onlus il sostegno di tantissime persone: il progetto infatti si propone come doposcuola e centro riabilitativo per la cittadinanza e per le categorie fragili legate al mondo della disabilità, in continuità con altre realtà del territorio.

L’edificio in sé non sarà particolarmente invasivo, considerato che si colloca all’interno di un’area tutelata, il Plis (parco locale di interesse sovracomunale) del Po e del Morbasco. Sarà una costruzione di un solo piano, con due aree distinte, una destinata alla riabilitazione per bambini e adulti e un’area ludica di ricreazione per bambini disabili e comuni.

Il progetto del centro di Occhi Azzurri onlus nel parco del Morbasco

L’autorizzazione del Comune e le relative pratiche edilizie sono state concesse da tempo e fin da subito si erano mosse le associazioni ambientaliste che avevano criticato la scelta di edificare all’interno del parco del Morbasco, seppure per un’operazione non speculativa e dall’alto valore sociale. “Partiamo dall’idea – afferma Bassano Riboni, responsabile del Wwf di Cremona – che la città di Cremona dispone di molti luoghi da recuperare. Ci sembra assurdo proclamare l’obiettivo ‘zero spreco di suolo’, quando poi si va ad edificare in un parco urbano, perdipiù inserito in un parco sovracomunale. Ottima l’idea di aiutare le associazioni, ma lo si può fare in modo diverso.  Quella zona poteva essere tutelata, e può esserlo ancora, almeno per quanto riguarda un futuro parcheggio che dovesse servire agli utenti della struttura”.

Il timore dell’associazione – per la verità condiviso anche da altri soggetti ambientalisti – è che poi possano essere realizzati un parcheggio nelle vicinanze o una strada asfaltata di accesso alla struttura sacrificando altre zone verdi.

“In passato avevamo criticato anche altre progettualità che sembravano potersi concretizzare sempre in questa zona”, afferma ancora Riboni. “Il parco del Morbasco era già stato sacrificato quando vennero consentite le edificazioni di via I Maggio, poi era circolata l’idea di una struttura di servizio per attività educative, anche di stampo ambientale ed era stato detto che anche noi, come altre associazioni, avremmo potuto utilizzarla: ma naturalmente avevamo detto di no”.

Non è la prima volta che il Comune modifica i piani urbanistici per dare spazio a un’iniziativa di un’onlus che si occupa di malattie, come avvenuto anche in via Flaminia su richiesta della Lae.  gbiagi

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