Cronaca

Emergenza nutrie, gli agricoltori scrivono a Provincia e Regione: "Danni alle culture, bisogna intervenire"

“Un gravissimo problema, che affligge la gran parte dei terreni agricoli del territorio, e che ormai non ha più il carattere dell’eccezionalità, bensì della sistematicità ed insostenibilità”. Così Coldiretti Cremona definisce “l’emergenza nutrie”, tornando a rilevare “i forti danneggiamenti procurati alle colture in campo e, più in generale, al reticolo idrico che costituisce il veicolo dell’acqua di irrigazione, elemento fondamentale dell’economia agreste”.
L’Organizzazione degli imprenditori agricoli affida la propria denuncia ad una missiva  indirizzata all’Amministrazione provinciale di Cremona, in quanto ente delegato alla gestione di questa specie animale, e alla Regione Lombardia. Con forza, Coldiretti sollecita gli enti in questione affinché mettano in campo interventi immediati e finalmente incisivi.
Nella comunicazione – che rappresenta solo l’ultima di una serie di sollecitazioni, verbali e scritte, rivolte agli amministratori del territorio in merito alla questione –, il “quadro” dell’emergenza viene così tratteggiato: “Moltissime imprese agricole associate alla Federazione hanno subito danni per svariate migliaia di euro, per tacere dell’emergenza sotto il profilo sanitario e della pubblica sicurezza derivante dalla proliferazione delle nutrie”.
Si prosegue con un primo, corposo elenco di imprese agricole che “a causa del danneggiamento delle nutrie” sono pronte a quantificare “il calo in termini di guadagno” che hanno subito. Anche in vista di tale eventualità, il documento indirizzato a Provincia e Regione è stato redatto a cura di uno studio legale, che ribadisce le richieste considerate improcrastinabili dalla Federazione Provinciale Coldiretti: “procedere ed operare affinché la proliferazione delle nutrie venga controllata” e “procedere all’individua-zione e gestione delle soluzioni utili e necessarie affinché le medesime evitino di procurare danni alle colture e all’apparato di irrigazione”. Si evoca inoltre un’eventuale – e secondo la Federazione certamente motivata – richiesta di “risarcimento dei danni derivanti alle singole aziende agricole”.
Il tutto nella convinzione che non sia più tempo di palliativi, ma sia il momento di mettere in atto azioni drastiche e decisive, anche alla luce del fatto che, con le semine primaverili, il problema dei danneggiamenti nei campi è riemerso in tutta la sua gravità.

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