Ambiente

Azoto nell'aria, Corte giustizia UE
condanna Italia: coinvolta Cremona

La Corte di Giustizia dell’Unione europea ha accolto il ricorso della Commissione europea contro l’Italia per il superamento dei limiti di biossido di azoto (NO2) nell’aria dichiarando l’inadempimento del nostro Paese a riguardo. Una violazione che per la Commissione “persiste tuttora”.

La Commissione, nel ricorso presentato il 23 agosto 2019, sosteneva che “i dati ottenuti sulla concentrazione di NO2 nell’aria dimostrino l’esistenza di una violazione sistematica e continuata” di alcune parti della diretta 2008/50 (l’articolo 13 e l’allegato XI, nda) secondo cui “il livello di concentrazione di dette sostanze non può superare determinati limiti di concentrazione annuali”, mentre “in alcune zone, detti limiti sono stati violati senza alcuna interruzione per più di dieci anni”.

E’ il caso anche della zona A di Regione Lombardia (pianura ad elevata urbanizzazione) che comprende anche il Comune di Cremona e quelli della relativa cintura urbana (Sesto ed Uniti, Castelverde, Persico Dosimo, Gadesco Pieve Delmona, Spinadesco, Malagnino, Bonemerse e Gerrde de’ Caprioli), ma anche gli agglomerati di altri capoluoghi di provincia come Mantova e Lodi, per citare i territori confinanti col Cremonese.

Il superamento è avvenuto a partire dal 2010 e nella zona A lombarda (fino al 2017), ma anche negli agglomerati di Milano, Bergamo, Brescia, Firenze, Genova (solo Comune), Roma, Torino (fino al 2018) e dal 2010 al 2012 e dal 2014 al 2018 agglomerato di Catania e aree industriali siciliane (2010-12 e 2014-17).

Per la Commissione “i piani per la qualità dell’aria, adottati in seguito al superamento dei valori limite di concentrazione di NO2, non permettono né di conseguire detti valori limite, né di limitare il loro superamento al periodo il più breve possibile” e “molti di questi piani sono privi delle informazioni richieste”.

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