Cronaca

Immigrazione clandestina: matrimoni finti e permessi falsi, a Cremona 'procacciatore' del gruppo

Una ramificata organizzazione che faceva affari favorendo l’ingresso di clandestini in Italia è stata sgominata dai carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Bergamo, con la collaborazione dei reparti dell’Arma territorialmente competenti. Abitava in provincia di Cremona uno dei ‘cervelli’ della rete, più precisamente ad Annicco, paese per certi versi problematico alla luce della forte presenza di criminalità straniera. Le manette sono scattate alle prime luci dell’alba di ieri, nei territori di Bergamo, Lodi, Vicenza, Piacenza, Brescia, Padova, Chieti, Palermo e, appunto, Cremona.

ORDINANZE DI CUSTODIA CAUTELARE – PERQUISIZIONI A CASALBUTTANO E SORESINA

Scattate nove ordinanze di custodia cautelare, di cui quattro in carcere, due agli arresti domiciliari e tre obblighi di firma, nei confronti di indagati indiani (tre), pakistani (due), marocchini (due) e di 2 italiani. Ben 32 le perquisizioni eseguite alla ricerca di documentazione probatoria a carico di potenziali indagati. Una è stata fatta a carico di un marocchino del 1979 residente a Soresina e un’altra è stata eseguita nei confronti di un indiano del 1976 con abitazione a Casalbuttano: molto il materiale giudicato utile trovato dai militari.

LE ACCUSE

I provvedimenti cautelari sono stati emessi dal gip di Bergamo su proposta della locale Procura della Repubblica nei confronti di un’associazione a delinquere finalizzata a procurare ed agevolare l’ingresso illegale in Italia, ed in particolare nella provincia orobica, di extracomunitari di etnia indiana e pakistana, nonché indicata come responsabile di falso materiale e ideologico commessi dal privato, uso di atto falso, induzione in errore di funzionari preposti al rilascio di visti d’ingresso e permessi di soggiorno.

GLI ORGANIZZATORI

L’attività dei carabinieri ha preso il via nell’ottobre 2011 quando si è accertato che un indiano dimorante a Seriate (Bergamo) risultava essere promotore ed organizzatore, unitamente ad un pakistano, di una vera e propria “agenzia illecita” che offriva servizi a pagamento, ovvero un “kit completo” per far entrare clandestinamente gli asiatici nel territorio dello Stato: preparazione del viaggio aereo, comunicazioni via e-mail, predisposizione di visti falsificati in India e Pakistan, accoglimento in Europa da parte dell’associazione, trasporto in Italia ed eventuale messa a disposizione di falsi permessi di soggiorno.

AD ANNICCO UNO DEI CERVELLI

Se un indiano e un pakistano erano i promotori della rete, il marocchino domiciliato (da non molto) ad Annicco e finito in carcere era la terza figura più importante dell’associazione. Secondo gli investigatori Abtila Hamid, questo il nome del nordafricano (classe 1971), era attivo nella ricerca di nuovi “clienti”, aveva un ruolo di primo piano per l’esecuzione dei viaggi, per la verifica dei documenti e per l’organizzazione di matrimoni finti con cui far conseguire visti d’ingresso ai fini del ricongiungimento familiare. Condotta messa in atto prevalentemente nel Bergamasco.

ALL INCLUSIVE PER IMMIGRAZIONE CLANDESTINA

L’organizzazione smantellata, composta da persone con ruoli diversi, procacciava – verosimilmente con il concorso di pubblici ufficiali da identificare – certificazioni e documenti alterati o contraffatti, idonei a consentire l’ingresso clandestino sul territorio nazionale di gruppi di cittadini indiani e pakistani, dotandoli di falsi nulla osta all’ingresso nello Stato (anche emessi dalle Ambasciate in India e Pakistan) nei flussi di lavoro stagionale, turistico, di studio, o di ricongiungimento familiare. I carabinieri hanno scoperto diversi matrimoni organizzati con il concorso di cittadini italiani lautamente compensati in denaro. Una volta giunti in Italia gli immigrati venivano abbandonati al loro destino o si rivolgevano nuovamente all’associazione per cercare di regolarizzare la loro posizione.

Michele Ferro

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