Cronaca

San Daniele Po, svelato il mistero
della casa galleggiante affondata

Alla fine la verità è emersa. Quello in questione non è il vecchio traghetto, come inizialmente si era ipotizzato, ma una imbarcazione che apparteneva a persone della vicina Sospiro. Era composta da due barconi in cemento ancorati in parallelo, tra i quali era sistemata una piattaforma su cui era stata sistemata una casetta in laterizio

Da quello che potrebbe essere definito l’album dei ricordi è emersa una rara immagine del vecchio e notevole natante che, un tempo, era ancorato in territorio di San Daniele Po, a due passi dal ponte Giuseppe Verdi. Una immagine d’epoca di come era allora la casa galleggiante prima dell’improvviso naufragio. La fotografia è stata messa gentilmente a disposizione da Margherita Grandi, parente dei proprietari di quel grande natante, i cui resti sono riemersi di recente a causa della grande magra del Po. Gli storici e gli appassionati locali di fiume, chiaramente incuriositi dalla presenza di questo relitto (che da anni non riemergeva), in queste settimane, hanno messo mano a ricordi, conoscenze, hanno interpellato amici e conoscenti. Alla fine la verità è emersa. Quello in questione non è il vecchio traghetto, come inizialmente si era ipotizzato, ma una imbarcazione che apparteneva a persone della vicina Sospiro. Era composta da due barconi in cemento ancorati in parallelo, tra i quali era sistemata una piattaforma su cui era stata sistemata una casetta in laterizio abitualmente utilizzata, in passato, per ritrovi di pescatori, cacciatori di anatre e amici del Grande fiume, per merende conviviali, partite di briscola e quattro chiacchiere in compagnia, direttamente sul fiume. La sua fine è stata decretata in una nebbiosa notte di diversi decenni fa, quando una bettolina in transito, a causa proprio della bruma che avvolgeva il fiume, l’ha speronata. Per il barcone non c’è stato chiaramente nulla da fare, si è inabissato portandosi via ricordi, momenti indimenticabili sul fiume e istanti di vita della gente del Po. Oggi è ancora lì, “ancorato” per altro da una struttura metallica fissata alla riva, finito contro la riva. Da decenni, ormai, continua a modo suo a “vegliare” sul fiume e sulla sua gente, in silenzio, da autentico baluardo del Po. I responsabili del natante erano pressoché tutti di Sospiro e si trattava di Renato Arcari, Andrea Grandi, Ernesto Ballasina, Salverino Grandi, Carlo Bresciani, Ricchetto Grandi e Romano Abruzzi (oggi il solo vivente). Margherita Grandi, a cui va il Grazie di chi scrive queste righe e della redazione di Oglioponews per la disponibilità e l’attenzione riservata, era la sorella di Andrea Grandi e la cognata di Ernesto Ballasina. Il luogo, per lo più, era frequentato da pescatori, cacciatori di anatre, appassionati del fiume: tutte persone che, per altro, all’epoca si occupavano di tenere in ordine le sponde del Po. Poi la fine improvvisa; l’incidente con la bettolina, l’inabissamento nel Po, la fine di una epopea. Ma non della storia perché quella, anche se in modo diverso, continua ad essere scritta su entrambe le rive del fiume.

Eremita del Po, Paolo Panni

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