Cronaca

Una Messa per ritrovarsi: la comunità
ucraina cremonese a S.Ambrogio

Una Messa per sentirsi meno lontano dalla propria terra e pregare per la pace. E’ quella celebrata nel pomeriggio di Pasqua a S.Ambrogio da don Vasyl Marchuk, per gli ucraini rifugiati  a Cremona e nei paesi del circondario. Una cerimonia partecipata da almeno un centinaio di persone, in prima fila le badanti che già anche prima della guerra si ritrovavano alla Caritas pregare nella loro lingua madre. Buona parte delle giovani mamme e dei bambini oggi presenti in chiesa, arrivate nell’ultimo mese e mezzo dall’Ucraina, sono le loro figlie e nuore. Pochi gli uomini presenti, come noto non è possibile, per chi è in età di combattere, lasciare il paese

Una messa celebrata secondo il rito bizantino, rigorosamente in lingua ucraina tranne che per il Padre Nostro finale. Una liturgia basata molto sul canto e sulla partecipazione corale, seguita diligentemente anche dai più piccoli.

“Ci sono anche persone di fede ortodossa, in questo momento non fa molta differenza”, ci spiega don Pier Codazzi, direttore della Casa dell’Accoglienza, presente alla celebrazione, al termine della quale ha rinnovato l’invito, a chi non l’avesse ancora fatto, a regolarizzarsi in Questura e presso le autorità sanitarie.

Dopo la preghiera, momento di svago per tutti, con buffet di dolci pasquali nell’oratorio messo a disposizione da don Paolo Arienti, tutto per loro. I bambini giocano, la giornata è splendida ma gli occhi guardano lontano. Come quelli di Veronika, 42 anni, arrivata da circa un mese, risiede nel quartiere. La raggiunge una delle figlie, Alina, 15 anni, che ha iniziato a frequentare il liceo Aselli. Altri bambini riescono a seguire le lezioni in dad, perchè l’Ucraina è in guerra ma sono frange di territorio risparmiate, soprattutto quelle lontane dai grandi centri, dove si va avanti con il lavoro, la scuola, una quasi normalità. Irina lavora a Cremona da tanti anni, parla benissimo italiano: “Siamo tutti credenti, preghiamo anche a casa, alla sera e alla mattina, perchè finisca la guerra. Io ci credo e ho speranza che presto finisca”, ci dice. Sua figlia non ha voluto lasciare il paese, resta là con marito e figli.

Giuliana Biagi

Don Antonio Pezzetti con alcuni dei Ucraini ospitati a Piadena

 

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