Cronaca

Covid, Vezzosi: "Ancora lontano
dal paragonarlo a influenza"

La pandemia da Covid non è finita: sebbene molti stiano scalpitando per il ritorno alla normalità e vi sia tra la popolazione un generale allentamento delle precauzioni, i contagi continuano, e non si può ancora abbassare la guardia, anche a fronte dell’arrivo di nuove varianti. Si parla in queste settimane di variante XE: ma di cosa si tratta? Ne parliamo con il dottor Luigi Vezzosi, dirigente medico dell’Uos Prevenzione Malattie Infettive dell’Ats ValPadana.

“Questa variante, così come altre uscite in questo periodo, è considerata come ancora appartenente al gruppo delle Omicron. E’ stata identificata per la ptrima volta il 19 gennaio nel Regno Unito” spiega.

Cosa ha di diverso rispetto a Omicron?
“Secondo l’ultimo bollettino dell’Oms, pare che questa variante abbia un vantaggio, in termini di trasmissibilità, del 10%; tuttavia servono ulteriori studi per valutare l’effettivo impatto di questa variante. Per il momento non vi sono dati che evidenzino una maggiore aggressività o una minore efficacia dei vaccini. E’ chiaro che con l’alta circolazione virale che stiamo vedendo è facile trovare varianti ricombinanti, frutto di mutazioni che sorgono spontaneamente quando il virus entra nel nostro organismo”.

Si è già riscontrata sul nostro territorio?
“Per il momento la variante non è stata ancora identificata nè sul territorio di Ats Valpadana nè in Lombardia. D’altro caso i sintomi sono piuttosto simili a quelli di Omicron, che comunque continua a circolare sul territorio, tranne per un maggiore senso di astenia”.

Qual è l’andamento della pandemia nel Cremonese?
“I casi restano stabili. Ci sono diverse positività nella fascia over 65 e in qualche Rsa, dove però i soggetti sono paucisintomatici o asintomatici grazie alla diffusione della dose booster. Il vaccino consente di avetre un impatto minimo su terapie intensive e ricoveri in ospedale”.

Siamo ancora lontani dal poter trattare il Covid come un’influenza?
“E’ presto e serve prudenza, in quanto il virus ha dimostrato diverse volte la sua aggressività. Va studiato ancora perché non conosciamo tutte le dinamiche patologiche dell’infezione”.

Come si combatte oggi il Covid?
“Abbiamo delle armi in più oggi, oltre al vaccino: gli antivirali e gli anticorpi monoclonali. Regione Lombardia ne ha raccomandato l’uso tempestivo per le persone che possono essere candidate a queste terapie, perché possono ridurre le complicanze e accorciare degenze ospedaliere. Anche noi come Ats abbiamo mandato un comunicato ai medici affinché incentivino l’uso delle terapie, che si stanno dimostrando efficaci”.

Quanto è ancora necessario essere prudenti, considerando l’allentamento delle misure?
“C’è un po’ di stanchezza da pandemia. Le persone dopo 2 anni hanno voglia di tornare a vivere. Sarei tuttavia prudente sul togliere i dispositivi di protezione individuale negli ambienti chiusi perché stiamo assistendo a diversi casi che sorgono proprio in questi contesti. Attenzione anche alla scuola: molti focolai si stanno evidenziando nella fascia d’età 0-19 anni, e il cambio delle normativa consente di proseguire l’attività didattica ai contatti scolastici. Chiamo quindi le famiglie a un principio di responsabilità, per cui se i bambini sono sintomatici è meglio fare un tampone prima di mandarli a scuola”.

Laura Bosio

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