Cronaca

Area Donna: l'ospedale fa correttivi,
ma infuria la polemica dei donatori

I correttivi apportati dai medici dell’area oncologica e senologica non bastano a calmare le acque attorno alla riorganizzazione di quella che era AreaDonna all’interno dell’Oncologia ospedaliera. Perchè se sul fronte medico e dell’organizzazione delle terapie sono stati fatti passi avanti nel venire incontro alle richieste delle donne in cura, oggi in sala Quadri del Comune è venuta allo scoperto la spaccatura tra l’attuale vertice ospedaliero e le associazioni che negli anni hanno sostenuto con donazioni milionarie il reparto creato da Alberto Bottini, il senologo a cui si deve il primo nucleo della Breast Unit poi divenuta Area Donna.

Durissimi gli interventi di Marina Zanotti, imprenditrice, ex presidente del Rotary club Visconteo che nel 2016 finanziò la ristrutturazione dei locali al quarto piano, creando un ambiente unico tutto per le donne; e di Matteo Tedoldi, presidente di Arco, associazione per la Ricerca Oncologica che ha finanziato assegni di ricerca per universitari a servizio del laboratorio di genomica di Area Donna e acquistato una serie di strumenti e apparecchiature per alleviare le conseguenze delle terapie, dalle poltrone per la somministrazione, ai caschi contro la caduta dei capelli: quattro milioni circa, in 12 anni di attività.

Matteo Tedoldi

“Abbiamo iniziato a sostenere il progetto di Area Donna 14 anni fa, con il dottor Bottini”, ha detto Tedoldi, premettendo di non rivolgersi ai medici, ma di parlare indirettamente alla direzione ospedaliera di cui è stata duramente criticata l’assenza. “Quando facemmo l’evento per i 5 anni di Area Donna, il direttore generale Rossi mi disse testualmente che non l’avrebbe depotenziata. A livello di associazione siamo probabilmente quelli che hanno contribuito di più in assoluto. Da tre anni a questa parte invece stiamo perdendo gli sponsor, per fornire gli ultimi caschi ci abbiamo messo tre anni e mezzo, sto facendo figuracce con i donatori. Noi facevamo eventi per coprire in parte acquisti già fatti e con la parte rimanente sovvenzionare progetti minori, sempre per il reparto. Ora gli sponsor fuggono perchè non vedono concretizzarsi le loro donazioni”.

“Io iniziative di beneficenza le faccio cercando di apparire il meno possibile. Sono sereno, vado a testa alta, ma dopo 12 anni mi trovo davanti a persone che non ascoltano; trovarsi in questa situazione è veramente imbarazzante. I medici che hanno parlato oggi sono bravi, il problema è la dirigenza, che dovrebbe assumersi pubblicamente le sue responsabilità”.

Critiche per la mancata partecipazione dei vertici dirigenziali dell’Asst sono venute anche da Paola Tacchini, una delle fondatrici del comitato che dopo aver ricordato gli alti tassi di incidenza del tumore alla mammella sul cremonese,  ha fatto sue le parole  di Michel Marchi, sindaco di Gerre de’ Caprioli impossibilitato a partecipare. Parole che chiamano in causa il collega Gianluca Galimberti (presente in sala Quadri)  quale presidente dell’assemblea dei sindaci dell’Ats Val Padana: “Ci ricorderemo – scrive Marchi – sicuramente tutti l’analoga battaglia del 2019 contro il declassamento della terapia intensiva neonatale che, in alcuni territori ha visto anche un ripensamento della Regione, ma non a Cremona.

“Anche in quel caso i Medici sono sempre stati dalla parte dei pazienti, contro le scelte a senso unico della dirigenza. Di sicuro rimarchiamo le modalità e le finalità che hanno favorito, in modo malcelato, la Sanità privata. Oggi tocca all’Area donna con una storia già scritta che tristemente riviviamo sulla pelle dei nostri concittadini

“Prima o poi qualcuno ci dovrà spiegare la diaspora di Medici e esperti che continuano a lasciare l’ospedale. Prima o poi qualcuno mi dovrà spiegare perché continuo a ricevere messaggi di medici e professionisti sanitari che mi ringraziano per le uscite che loro non possono fare in quanto soggetti ad una “censura interna” che tende a placare ogni tumulto.

“Mi sono più volte chiesto come un Sindaco, autorità sanitaria locale di fatto depotenziata del proprio ruolo, possa intervenire in questa complessa situazione e forse una soluzione mi è balenata: mi rivolgo quindi al presidente dell’Assemblea dei Sindaci di ATS nonché sindaco di Cremona Gianluca Galimberti. Tra i compiti dell’Assemblea vi è un controllo dell’applicazione della programmazione territoriale, oltre che la possibilità di formulare proposte e pareri.

“Il Presidente ha facoltà di convocare l’assemblea autonomamente con iniziativa personale (Art 3, comma 2 lettera A del regolamento di funzionamento dell’assemblea) ed oggi risulta necessario più che mai che i rappresentanti eletti del territorio si mettano intorno ad un tavolo, parlandosi apertamente, delineando l’idea di sanità che dovremo avere nei prossimi anni. Senza escludere, a prescindere, una valutazione oggettiva e trasparente sulla qualità dell’attuale dirigenza di ASST Cremona che non può più essere derubricata ad atteggiamento individuale”. gbiagi

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