Lettere

"Si prosegua con il Cancer Centre,
ma Area Donna resti com'è"

da Marcello Ventura e Beppe Arena (Consiglieri comunali Fratelli d'Italia)

È cronaca di questi giorni la crescente e legittima preoccupazione della cittadinanza, per il destino di area donna, ” un luogo unico che riunisce i servizi coinvolti nella prevenzione, diagnosi e cura della patologia mammaria e ginecologica, per garantire alle donne un approccio multidisciplinare e l’impiego di metodi riconosciuti a livello internazionale per la cura delle patologie femminili” come recita la presentazione dell’U.O. sul sito dell’ospedale e come precisa anche il Dott. Bottini, fondatore della Breast Unit.

A ricordarlo Il Dott. Passalacqua in una recente dichiarazione, difende le scelte aziendali spiegando che “La riorganizzazione in atto del dipartimento oncologico non distrugge niente”. Lo scopo è rilanciare, unificare le risorse e costruire un vero e proprio cancer center secondo il progetto condiviso da tutti, già da alcuni anni.

In particolare per Area Donna, già da diversi mesi la direzione ha deciso di togliere la parte di diagnostica senologica, affidata al nuovo primario di Radiologia; come pure la parte chirurgica, assegnata al direttore di Chirurgia. E’ rimasta soltanto la quota di pazienti con tumori che devono essere gestite e trattate analogamente agli altri pazienti con tumore che arrivano all’ospedale. Nessuno mette in dubbio l’organizzazione del Cancer Center, nemmeno il Dott. Bottini; nessuno mette in dubbio la professionalità dei medici anzi .. ma dalle dichiarazioni del primario si capisce che la scelta sia dovuta anche alla carenza di personale; non dimentichiamo che a febbraio 2021 le d.sse Bodini, Marenzi e Tira, tre radiologhe specializzate in senologia, professioniste di lungo corso in forza alla brest unit hanno lasciato l’ospedale ed a febbraio del 2020 il Dott. Allevi
è andato in pensione.

Non si mette in discussione il cancer center in quanto tale, ma la sfera delle patologie tumorali femminili a nostro avviso merita un attenzione diversa; la Brest unit così come è strutturata ha valore sociale ed il tumore al seno è particolarmente impattante anche dal punto di vista psicologico; una donna oltre allo shock della diagnosi infausta percepisce tale menomazione come una ferita alla propria immagine corporea, con conseguente perdita di autostima etc. Senza contare che studi dimostrano che una patologia mammaria curata all’interno di una brest unit riduce la mortalità a 5 anni del 18%.

Pertanto avere un luogo dove le pazienti si sentono “protette” (abbiamo letto che molte donne hanno definito area donna un vero e proprio nido) è un fondamentale contributo per il buon esito delle cure dove, senza nulla togliere al valore dell’equipe medica del reparto di oncologia ed al valore dei percorsi di terapia e cura di tutti i malati oncologici, area donna non deve essere smantellata. Dobbiamo aver rispetto delle donne sempre e non solo l’8 marzo, sbandierando proclami e poi nei momenti più difficili e delicate farle sentire “un numero” (quando va bene).

Bene ha fatto il sindaco (finalmente) a chiedere spiegazioni; auspichiamo che porti avanti con fermezza la richiesta della cittadinanza di non smantellare area donna così come in realtà sta succedendo nonostante dalla dirigenza ospedaliera venga detto il contrario. Non si possono smentire i racconti delle pazienti che raccontano addirittura di non avere una sedia per attendere il proprio turno di cure. Le eccellenze non si smantellano nascondendo il nuovo progetto dietro la realizzazione di un reparto unico, appunto il cancer center, ma vanno sempre più sviluppate ed incrementate e se mai collegate con il resto del progetto.

Ci poniamo una domanda: ma se nulla cambia e tutto è un sentore, perché mai 200 donne circa hanno scritto alla Moratti perché resti tutto uguale e si trovano tutte insieme per manifestare? Per un motivo semplice: chiedono che questa Brest Unit non sia solo un percorso virtuoso, ma resti uno spazio speciale, riservato e dedicato. Perché se è vero che Area Donna resterà, è anche vero che alcune cure e prestazioni finiscono in condivisione con altre aree oncologiche.

E questo, per noi di Fratelli d’Italia, non è giusto perché metterebbe in imbarazzo dal punto di vista psicologico le donne che vanno tutelate nella loro femminilità e soprattutto autostima immediatamente subito dopo lo shock della prima diagnosi.

Ecco quindi che Fratelli d’Italia rinnova l’invito alla dirigenza ospedaliera di lasciare così come è oggi Area Donna, continuando pure con il progetto del Cancer Centre ma che deve comunque restare un reparto parallelo e separato da Area Donna.

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