I sindaci a Signoroni: "Stop parlare
di deleghe, riunisca l'assemblea"
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Un nutrito gruppo di sindaci chiede al presidente della Provincia Paolo Mirko Signoroni di Cremona di iniziare ad occuparsi dell’agenda politica del territorio, lasciando da parte il tema deleghe, impanatosi in una serie di veti incrociati.
Una lettera molto significativa, quella firmata da 16 primi cittadini di varia collocazione, politica, anche se in maggioranza di centrosinistra, proprio lo schieramento che aveva sostenuto la presidenza Signoroni, Pd in testa. Primo firmatario figura il sindaco di Soresina, Diego Vairani, ex consigliere provinciale; e poi Roberto Mariani di Stagno Lombardo, Carlo Vezzini di Sesto, Michel Marchi di Gerre de Caprioli, Gianluca Galimberti di Cremona, Stefania Bonaldi di Crema, Enzo Galbiati di Spino d’Adda, Alessandro Pandini di Montodine, Davide Persico di san Daniele Po, Cristiano Strinati di Paderno Ponchielli, Gianluca Savoldi di Moscazzano, Ernesto Barbaglio di Pianengo, Giuseppe Bignardi di Persico Dosimo; Stefano Belli Franzini di Gussola; Maurizio Morandi di Pieve San Giacomo; Marco Ginelli, di Ripalta Arpina.
“Pensiamo sia giunto il momento – spiega Roberto Mariani – di smetterla con i tatticismi politici. Si sta ancora discutendo di deleghe da dare a destra o a manca, rifiutate o accettate, ma intanto i treni continuano a correre. Questo nostro intervento vuole essere uno stimolo per concentrarsi su temi importantissimi: nello spirito della Provincia come uscita dalla riforma Delrio, ossia Casa dei Comuni, occorre lavorare a una cabina di regia su Pnrr, infrastrutture, riassetto dell’ente e personale, costituenda Associazione territoriale per lo sviluppo, che ha subìto un freno e che le categorie economiche insistentemente ci chiedono.
“Al di là del ruolo dei consiglieri provinciali, che nessuno disconosce, crediamo che vada impostata una nuova metodologia di lavoro che coinvolga tutti i territori e si lavori a spron battuto su questi temi pregnanti, lasciando nel cassetto la questione di una delega in più o in meno, che alla gente non interessa. Credo che ai nostri concittadini interessino invece i fatti, che vengano realizzati le opere e che ci sia un ritorno di servizi e di opere importanti di cui il territorio ha estremo bisogno.
Differentemente daremmo ragione a chi dice che le province siano un ente inutile: invece lavoriamo su questo, io e gli altri firmatari della missiva ci siamo e siamo disponibili, come credo la maggior pare dei sindaci del territorio”.
Ecco il testo della lettera:
Caro Presidente,
il voto di Dicembre che ha determinato il rinnovo del Consiglio Provinciale rappresenta
un’occasione e quindi un necessario momento di riflessione sulla governance della Provincia secondo uno spirito ed una motivazione più istituzionale che politico/partitica al fine di affrontare e condividere tutte le dinamiche che coinvolgono il nostro territorio, ma anche le opportunità che si stanno manifestando al livello nazionale.
Lo spirito che ha caratterizzato il progetto di trasformazione dall’ente Provincia al nuovo Ente di Area Vasta si basa sul principio della “Casa dei Comuni”, come da indicazioni legislative, forse cadute in disabitudine, ma che nello spirito mantiene in capo alla Provincia il necessario sguardo e coinvolgimento dell’intero territorio a conferma, comunque, della naturale ed istituzionale finalità sovracomunale dell’Ente.
Gli ultimi anni di pandemia ci hanno tolto la possibilità di un confronto tra noi, rappresentanti dei comuni, e voi amministratori di Area Vasta che eletti in quanto amministratori comunali rappresentate 115 comuni.
Temi come l’infrastrutturazione della rete stradale e ferroviaria, il PNRR, CUC, l’ambiente l’edilizia scolastica, la costituenda ATS per lo sviluppo e non da ultimo l’organizzazione dell’Ente sia come servizi sia come personale, meritano di essere trattati nella loro interezza con dei momenti puntuali quale un’Assemblea dei Sindaci.
Primariamente lo stato del bilancio (parte corrente) sia rispetto all’anno in corso che nel medio termine.
Crediamo, Presidente, che ora più che mai in fase di ripartenza nazionale, anche con delle criticità evidenti, il nostro territorio possa esprimere un potenziale in progetti e servizi al fine del suo rilancio e del suo sviluppo.
Per fare questo, però, non basta mantenere la discussione all’interno del Consiglio di Area Vasta ma serve un luogo di confronto con i Sindaci, l’Assemblea dei Sindaci, come declinato nello statuto, ove condividere anche i problemi e le difficoltà del momento contingente. Il fine propositivo di questa lettera è quindi quello di chiedere a Lei, e a tutti i rappresentati territoriali che siedono nel consiglio di Area Vasta, di attivarsi per indire un’Assemblea dei Sindaci per affrontare insieme i temi che abbiamo citato”.