Cronaca

Il tassista resta sulla sua versione
dei fatti e spiega l'intercettazione

E’ stato interrogato questa mattina in tribunale davanti al giudice Pierpaolo Beluzzi, Giovanni Carrera, il tassista cremonese di 68 anni finito agli arresti domiciliari per sequestro di persona e lesioni colpose gravissime per l’incidente accaduto verso le 3,30 della notte del 24 dicembre in via Mantova, quando Luca Lombardo, un giovane cremonese di 27 anni, era rimasto ferito gravemente dopo essere caduto dal taxi in corsa. Il tassista oggi si è difeso e ha raccontato la sua verità.

L’interrogatorio di Carrera, assistito dall’avvocato Paolo Bregalanti, è stato molto veloce. Il tassista ha ribadito la sua versione dei fatti già raccontata lo scorso 7 febbraio dal suo legale, mentre per quanto riguarda quella telefonata intercettata in cui si sarebbe detto sollevato dal fatto che il ragazzo non fosse in grado di ricordare, l’avvocato ha parlato di una frase male interpretata: “Carrera ha chiarito quali fossero le sue intenzioni nel riferire alla figlia e al genero determinate circostanze. L’unica cosa che spera oggi il signor Carrera è che il signor Lombardo si riprenda al più presto possibile”. “E’ una situazione che mai avrei pensato di vivere”, ha detto a sua volta il tassista.

Secondo la versione di Carrera, Luca è rimasto a bordo perchè d’accordo con lui di raggiungere un bancomat per il pagamento. Al momento della partenza, il portellone scorrevole di sinistra non era stato chiuso, così il tassista si era fermato per chiuderlo. Durante la corsa, il ragazzo ha detto all’autista che la tessera del bancomat ce l’aveva in albergo, e così Carrera, spazientito, gli ha risposto che lo avrebbe riportato in piazza Marconi dove lo aveva prelevato. Poi il ragazzo ha  ricevuto la telefonata di una delle sue due amiche, dopodichè gli ha comunicato che si sarebbe buttato dal mezzo. Quando Carrera si è girato, il giovane non c’era già più. Il taxi, sempre secondo la versione del tassista, andava molto piano.

L’autista ha continuato a guidare per cinque minuti, certo che non fosse successo nulla, ma poi, per uno scrupolo di coscienza, ha deciso di tornare indietro. Voleva essere certo che il ragazzo fosse riuscito a rientrare in albergo. E’ stato allora che l’ha visto a terra a pancia in giù. Probabilmente nel momento di scendere non ha centrato il predellino del taxi ed è caduto. “E’ stato lui a soccorrerlo”, ha precisato l’avvocato, “e visto che da solo non ce la faceva per la stazza del ragazzo, si è fatto aiutare da un altro giovane che passava e che ha poi chiamato l’ambulanza”.

“Il mio cliente fa questo mestiere da più di trent’anni”, ha ribadito il legale, che ha chiesto per il suo cliente la revoca degli arresti domiciliari condizionata ad una misura interdittiva, trattandosi di una attività di pubblico servizio, per evitare che per un certo periodo torni a guidare il taxi. Ma lui non sarebbe mai andato a mettersi nei guai in questo modo per 10 euro”.

Sara Pizzorni

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