La contagiò con l'Hiv. Rinviato a
giudizio, chiesto maxi risarcimento
Non aveva avvisato la sua fidanzata, con la quale ha convissuto dal settembre del 2016 al febbraio del 2020, di essere malato di Hiv, infettando anche lei. Un cremonese di 50 anni, operaio, è stato rinviato a giudizio in udienza preliminare con le accuse di lesioni personali gravissime. La donna, 48 anni, si è costituita parte civile attraverso l’avvocato Alessandro Vezzoni che ha chiesto un risarcimento di 500.000 euro. “Intrattenendo plurimi rapporti sessuali non protetti con la convivente senza avvisarla di essere affetto da Hiv”, si legge nel capo di imputazione, “le trasmetteva il virus, provocandole delle lesioni gravissime da cui derivava una malattia certamente insanabile”. Il processo nei confronti del 50enne si aprirà il prossimo 5 aprile.
Nella denuncia, la donna ha raccontato che il 20 febbraio del 2020 aveva accompagnato al pronto soccorso il proprio compagno in seguito ad un incidente stradale e di essere venuta a conoscenza proprio in quell’occasione, leggendo i referti medici dell’ospedale, che lui si era dichiarato affetto da Hiv e da epatite C. Non sapendo nulla, si era sottoposta ad un esame per verificare la sua positività. Il 27 febbraio del 2020 l’esito dei test ha rivelato che anche lei aveva contratto la malattia.
Alle richieste di spiegazioni, lui le aveva detto di essere venuto a conoscenza di essere affetto da Hiv da due anni, ma che non aveva mai trovato il momento giusto per l’affrontare l’argomento, temendo di perderla. Nella querela, la donna ha poi aggiunto di aver avuto timori sulla propria incolumità personale, in quanto, durante il periodo di convivenza, più di una volta lui, ubriaco, avrebbe alzato le mani su di lei.
Tra i due, tutti i rapporti si sono interrotti, anche se lui, dopo la separazione, l’aveva contattata con insistenza chiedendole scusa e di tornare con lui.
Attualmente la donna ha iniziato una cura per arginare le conseguenze del virus. I medici le hanno detto che dovrà sottoporsi a cicli di cure per tutta la vita.
Durante gli accertamenti compiuti dalla polizia, è emerso che l’uomo era a conoscenza della sua condizione da circa dieci anni. Era sottoposto a cure, ma per due anni aveva smesso. In quel periodo conviveva con la 48enne. La squadra Mobile ha sequestrato il carteggio clinico e anche il cellulare dell’uomo per verificare che non avesse infettato altre donne. Dall’analisi dello smartphone sono emersi inequivocabili contatti con persone di fuori provincia che in passato con il 50enne avevano intrattenuto relazioni e rapporti sessuali non protetti. Gli agenti di Cremona hanno quindi informato i colleghi delle altre Questure che hanno contattato gli interessati, invitandoli a sottoporsi ai dovuti accertamenti.
Sara Pizzorni