A S. Agata l'ultimo saluto
all'avvocato Gualazzini
L’ultima arringa, lui che ha fatto dei processi penali la sua vita, la pronuncerà davanti al tribunale di Dio, dove siederà accompagnato dall’affetto e dalla stima palpabili degli amici, famigliari e conoscenti presenti questa mattina per l’ultimo saluto. Nella chiesa di sant’Agata si sono celebrati questa mattina i funerali di Cesare Gualazzini, principe e decano del foro cremonese, che si è spento a 82 anni.
Un uomo di rara cultura, il cui ricordo è stato volutamente affidato alle parole di don Mario Bardelli, parroco di Bonemerse ma vicario a sant’Agata dal 1998 al 2004, anni in cui ebbe modo di conoscere e frequentare da vicino Gualazzini, la moglie Maresa e il figlio Ugo, presenti in prima fila.
“Mi conforta essere qui – ha detto proprio don Bardelli nell’omelia – per ricambiare quell’amicizia che Cesare mi ha dato l’onore di ricevere. È il momento in cui nella preghiera, pur nel dolore, tutti siamo chiamati a ripensare al senso non tanto della morte, ma al problema e all’importanza della vita.
Perché se la vita la vediamo come dono di Dio, se la vediamo svolgersi sotto lo sguardo di Dio nostro padre, allora ogni giorno incluso quello della nostra morte ha una luce diversa”.
Poi, la citazione che di certo sarebbe stata cara a Gualazzini: “non omnis moriar” , non morirò del tutto del poeta Orazio.
Non morirà del tutto, infatti, il ricordo dello stimato avvocato cremonese, per la sua storia professionale e personale.
A chiudere la cerimonia, alla quale hanno partecipato molti rappresentanti del foro, le note struggenti della chitarra “Paquita” costruita proprio da Gualazzini in omaggio alla moglie.
Michela Cotelli