Tamoil, contrasto tra i tecnici di parte
Comune convoca conferenza servizi
E’ convocata per il 21 febbraio la Conferenza dei Servizi sul progetto di bonifica promosso da Tamoil, alla luce della nuova documentazione pervenuta, per valutare la necessità dell’apertura di un nuovo procedimento in merito all’eventuale contaminazione del sito della Bissolati. Lo ha annunciato l’assessore Simona Pasquali, in apertura dell’Osservatorio Tamoil, svoltosi questo pomeriggio.
La riunione, svoltasi online, mirava a fare il punto su quello che si sta facendo dal punto di vista della bonifica, con un confronto tra i tecnici della raffineria, Francesca Motta e Marcello Pavinato, che hanno ricostruito il lavoro fatto in questi anni e i risultati dei prelievi che vengono periodicamente effettuati sia nelle aree esterne sia in quelle interne, e quelli di parte, Gianni Porto, che hanno riportato i dati dei prelievi interni alla Bissolati.
Dati che si sono rivelati, come già si capiva, discordanti: se i tecnici Tamoil hanno evidenziato, dai loro prelievi, un netto miglioramento della situazione negli ultimi anni, con solo due piezometri che avrebbero concentrazioni superiori al consentito, il tecnico Bissolati ha invece rimarcato una situazione ben diversa, nonché la necessità che vengano cambiati il punto di conformità e i punti di prelievo.
“Nelle ultime campagne di monitoraggio annuale, abbiamo sempre riscontrato il rispetto delle concentrazioni di riferimento” ha spiegato Motta. Solo due piezometri, secondo i tecnici Tamoil, risultano ancora avere della contaminazione: come ha spiegato Pavinato, “Dal 2019 si nota una diminuzione dei volumi recuperati, con un miglioramento delle concentrazioni”.
Una relazione supportata dal tecnico Arpa, Marco Spaggiari, secondo cui: “Dal monitoraggio dei gas interstiziali nelle aree esterne emerge un rischio accettabile sulla base dei parametri. Dunque il progetto di ripristino appare valido”.
Durante l’incontro sono intervenuti anche gli avvocati di parte, Gennari e Tampelli, evidenziando come sia necessario tenere presente le risultanze del processo penale, con una condanna per disastro ambientale, e come non si possa attribuire a Bissolati la colpa di un inquinamento che è avvenuto a monte della stessa.
“Sono sconcertato dal sentire ripetere cose già sconfessate dal procedimento penale” sottolinea Gennari. “E’ inutile che si vada a ottenere sentenze in tribunale, con dati di fatto, e si continui comunque a lavorare su presupposti sbagliati. E anche su questo ci difenderemo in tribunale”.
D’altro canto, come ha evidenziato Porto: “Durante gli Atp (accertamenti tecnici preventivi) è stata verificata l’efficacia dei punti di conformità, che sono risultati inidonei. Alla luce del fatto che la contaminazione deriva dall’area raffineria, i prelievi non dovrebbero essere fatti in fregio al Po ma a valle della Tamoil. Bissolati chiede di essere in sicurezza a prescindere dagli interventi im atto, anche cercando di capire quanto dureranno e se ci sono garanzie. Dopo anni di interventi abbiamo ancora 70 centimetri di surnatante. “.
Anche il presidente della società canottieri, Maurilio Segalini, ha voluto portare la propria testimonienza, chiarendo come sono tre anni che la Bissolati chiede di cambiare il protocollo di azioni, restando inascoltata. E chiedendo a gran voce che chi ha inquinato vada a bonificare.
“Sono 3 anni che chiediamo cambio di protocollo, ma nessuno ci ha mai ascoltato ne ha percepito che problemi ci fossero” evidenzia. “Con i soldi dei nostri iscritti abbiamo fatto monitoraggio giornaliero continuo, e abbiamo trasmesso i nostri dati nella primavera 2021. Gli Atp non hanno fatto altro che confermare quanto già dicevamo, dimostrando che i protocolli del 2011 non possono essere più quelli di riferimento. Ho ascoltato le registrazioni della riunione dello scorso anno e di due anni fa, e oggi ho sentito esattamente le stesse cose. Vengono rilevati 20 centimetri di prodotto inquinante nei siti della Tamoil, quando noi ne riscontriamo 70 nel nostro sito. Ricordo che il surnatante non l’ha prodotto Bissolati, noi siamo quelli che patiscono le conseguenze”.
Posizione rimarcata anche dalla consigliera comunale Stella Bellini, che ha chiesto un impegno serio a prendere in considerazione le nuove evidenze e a procedere alla rimozione del materiale inquinante attualmente presente.
“A noi interessa la salute pubblica e del nostro territorio” ha sottolineato. “Gli atti messi in campo per evitare ulteriori aggravamenti della situazione sono fondamentali. Se ci sono nuove evidenze non si può far finta che non esistano. Vanno prese in considerazione subito e bisogna fare qualcosa per evitare che peggiorino. Nn ci si può nascondere dietro a dati vetusti, bisogna risolvere, e credo sia interesse anche di Tamoil e dei suoi tecnici. La barriera idraulica evidentemente non funziona come dovrebbe, dunque facciamo quello che è possibile. Non si possono attendere ulteriori temporeggiamenti”.
Una rassicurazione che è giunta, in chiusura di riunione, dalla stessa raffineria, come ha specificato il responsabile dell’impianto cremonese, Enrico Garavaglia, dicendo che la volontà della raffineria è quella di rimuovere il prodotto inquinante rimasto nel sottosuolo.
“Voglio dare una rassicurazione: noi stiamo proponendo interventi pratici di miglioramento degli impianti perché ci siamo resi conto che c’è del prodotto residuale che vogliamo rimuovere” ha detto. “Siamo i primi a voler fare quella rimozione”.
Laura Bosio