Da maggio 'L'isola che non c'è' Festival lombardo da 45 eventi con battaglia a Pizzighettone
L’Isola che non c’è rappresenta la più estesa manifestazione di spettacoli, eventi e occasioni di valorizzazione del territorio locale della Regione Lombardia. Il festival raggruppa 28 comuni, località un tempo costiere o originatesi su quello che fu il fondo dello scomparso e leggendario Lago Gerundo, l’estesa e misteriosa palude che, tra storia e folklore, ricopriva una vasta area locale fino a parte dell’epoca medievale. La manifestazione è sostenuta, oltre che dalla Regione, dalle province di Lodi, Bergamo, Milano, ed è parte del progetto Teatri di Fiume del Distretto Culturale della Provincia di Cremona. Il progetto è nato nel novembre 2010, per vedere la luce solo nel prossimo mese: 18 mesi di lavoro per un risultato unico e sbalorditivo, pensando al nefasto periodo economico in cui versano le casse degli enti pubblici, specialmente quelli locali. Un risultato ottenuto non solo grazie alla fiducia dei comuni coinvolti nel possibile volano costituito dalla cultura e dal mondo dello spettacolo per l’economia locale, ma raggiunto anche grazie alla professionalità dello staff di lavoro e al rischio d’impresa garantiti da Stefano Vanelli, Direttore Artistico dell’Isola che non c’è e titolare dell’agenzia di produzione, comunicazione e allestimenti per eventi live! di Bagnolo Cremasco, sostenuto in primo luogo dall’Assessorato alla Cultura del comune di Pizzighettone, ente capofila, retto da Cristina Carminati.
Il festival sfrutta l’atmosfera generata dalle leggende del lago, ancora fortemente note nelle comunità locali: quasi 45 giornate di eventi, che eccetto un paio di weekend del mese di agosto, animeranno tutti i fne settimana “lacustri” dal 19 maggio al 6 ottobre. Una stagione di spettacoli itinerante, che catturerà non solo chi (e saranno numerosi) non potrà spostarsi dal territorio, ma anche le comunità vicine con un unico motto: ogni settimana nelle Terre del Gerundo (il nome dato al circuito virtuale degli enti coinvolti) trovo un evento!
La maggior parte degli appuntamenti, ad accesso libero, è destinata alle famiglie, ai ragazzi e ad un pubblico più ampio, solo alcuni percorsi saranno maggiormente rivolti a realtà specifiche. Un flone di spettacoli legato alla musica folk internazionale, grazie al rischio d’impresa affrontato da Vanelli, sarà realizzato con un biglietto d’ingresso, in ogni caso popolare, toccando anche CremArena (che probabilmente vedrà solo nel Teatro del Viale l’ulteriore soggetto che darà vita ad appuntamenti di qualità). A differenza degli altri festival locali, L’Isola che non c’è è l’unico ad avere eventi nel proprio programma realizzati appositamente per il festival stesso, non da ultima la strabiliante ricostruzione storica della leggendaria uccisione del Drago Tarantasio da parte di S. Cristoforo, con un incredibile drago medievale animato da 15 attori ed un cast di circa 50 figuranti: un modo unico e irrinunciabile di vedere in scena un aspetto intrigante della nostra storia locale… e non è detto che non si possa incontrare Tarantasio anche per le vie di Crema e Lodi, prima di affrontare la battaglia finale a Pizzighettone!
La caratura delle ospitalità in previsione è di livello mondiale: le realtà teatrali coinvolte partono dalle professionalità presenti sul territorio locale (che, seppur in un numero limitato, meritano di essere poste in luce) per arrivare a nomi che operano a livello nazionale ed oltre; quelle musicali, abbracciano l’intero globo, con provenienze di rilievo da Stati Uniti, Scozia, Inghilterra, Irlanda e Italia. Insomma un festival del territorio che trova modo di specchiarsi all’esterno della sua realtà locale, facendosi “festival dei territori”.
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