Pandemia e psiche. Incontro
il 29 gennaio alla Cattolica
Sabato 29 gennaio alle ore 9.30, presso l’Aula Magna del campus di Cremona dell’Università Cattolica, si terrà il convegno su “L’impatto della pandemia sulla psiche, l’emotività, la socialità, i comportamenti e gli stili di vita degli adolescenti”, organizzato dalla Facoltà di Scienze della formazione dell’ateneo cattolico per presentare i risultati dell’omonima ricerca promossa dall’Ufficio Scolastico Territoriale di Cremona attraverso 2700 questionari distribuiti tra studenti e studentesse della scuola secondaria di primo grado e 6300 raccolti nella secondaria di secondo grado.
All’evento, che si potrà seguire in diretta streaming collegandosi al sito web dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Cremona, saranno presenti pedagogisti dell’Università Cattolica insieme a dirigenti, docenti di scuola secondaria, psicologi e ad una rappresentanza degli studenti.
I relatori commenteranno i dati delle interviste raccolte nella provincia di Cremona durante l’anno scolastico 2020/2021 che riferiscono non solo di un periodo particolarmente critico per la nostra società, ma di fragilità adolescenziali che la pandemia ha portato in evidenza. «L’emergenza sanitaria ha reso più visibili e acuito le fragilità degli adolescenti e le fatiche dei contesti educativi e scolastici nell’affrontarle, come mostrano i dati della ricerca – sottolinea la professoressa Elisabetta Musi, docente di Pedagogia dell’Università Cattolica di Piacenza e co-organizzatrice della giornata di studio -. Si tratta di capire ora come possiamo fare della crisi un’opportunità di cambiamento, di maggiore ascolto nei confronti di ragazzi e ragazze, e di ripensamento dei contesti scolastici, delle pratiche educative e della didattica, per corrispondere ad un problema che la ricerca denuncia con forza: la solitudine dei minori».
L’indagine ha contribuito a esplorare diverse dimensioni del vissuto di preadolescenti e adolescenti quali la didattica a distanza, l’emotività, la propria routine e la vita famigliare, la dispersione scolastica, alcuni aspetti legati alle cyber dipendenze e al fenomeno del cyberbullismo.
Da una prima analisi dei dati è emerso che nel secondo grado di istruzione il 43,1% degli studenti intervistati si dice per nulla o poco soddisfatto dell’organizzazione delle lezioni a distanza. Il 79,4 % ha dichiarato che ciò che è mancato maggiormente della scuola in presenza è stata la socializzazione con i compagni e per il 45,74% i giusti stimoli per “darsi da fare”.
Il 57,07% degli intervistati ritiene che il periodo di emergenza sanitaria abbia avuto conseguenze negative sulla voglia di studiare, il 49,87 % sull’umore, il 34,44% sulla propria preparazione per gli anni futuri, il 28,19 % sul rendimento scolastico, e il 28,10 % sulla capacità di socializzare.
Il 75,6% degli studenti ha provato maggiormente emozioni negative, (67,22 % noia, 60,40% preoccupazione, 56,09 % stanchezza, 55,07 % ansia), stati d’animo che il 23,63 % del campione non è riuscito a condividere con nessuno.
L’indagine ha rilevato anche una drastica riduzione delle ore di sonno (20,5 % andava a dormire dopo la 1:00 contro il 5,1% del campione prima della pandemia) e un forte aumento delle ore passate online (22,1 % più di 7 ore al netto delle ore di DAD contro il 5,3% del campione prima della pandemia).
L’evento del 29 gennaio consentirà di avviare un confronto per la progettazione di interventi educativi efficaci volti a limitare le pesanti conseguenze del COVID sulla socialità, l’emotività, gli apprendimenti, la dispersione scolastica, la formazione nelle nuove generazioni e l’orientamento, con particolare riguardo agli studenti più fragili.