In casa, una serra di una marijuana
Pizzaiolo e convivente patteggiano
Hanno patteggiato la pena, il pizzaiolo di 50 anni di origini pugliesi e la sua compagna filippina di 41 anni, arrestati lo scorso fine settembre per coltivazione, produzione e detenzione di droga ai fini di spaccio. In una camera della loro abitazione in centro a Crema detenevano illecitamente una serra per la coltivazione di 14 piantine di marijuana, illuminate da un impianto hi tech molto potente, con apposite lampade ed apparecchiature di aerazione per facilitarne la crescita.
Gli agenti del Commissariato di Crema avevano sequestrato le piante con infiorescenza, di diversa altezza e coltivate in vasi, e circa mezzo chilogrammo di stupefacente. Complessivamente, 424 grammi di marijuana suddivisi in sacchi di plastica. Quando i poliziotti erano entrati in casa, la donna era intenta a manipolare il prodotto grezzo togliendo il fiore dalla piantina per poi deporlo in sacchetti per il completamento della lavorazione. Durante la perquisizione erano stati trovati diversi involucri con semi di cannabis, bilancini ed altro materiale per il confezionamento delle dosi.
La coppia, oggi presente in aula, ha patteggiato un anno e tremila euro di multa, pena sospesa. Entrambi sono incensurati.
Dopo l’arresto, lui era stato sottoposto all’obbligo di dimora, mentre lei di firma. Nel frattempo le piantine sono state analizzate: il principio attivo della sostanza stupefacente sotto sequestro è stato definito di buona qualità.
Davanti al giudice, il 50enne si era preso tutta la responsabilità, dicendo di aver deciso lui di coltivare la marijuana, in quanto, per colpa del lockdown dovuto al Covid, per mesi non aveva potuto lavorare e non aveva percepito lo stipendio. Aveva aggiunto di non essere un assuntore, ma di avere esclusivamente venduto la droga a qualche cliente, ricavando una somma di 5.000 euro in un anno.
“Se ora vi comporterete bene”, ha detto il giudice al termine dell’udienza, rivolgendosi agli imputati, “c’è la possibilità di arrivare ad una estinzione di questa condanna”. “Meglio concentrarsi sull’inventarsi delle nuove pizze”, è stato il consiglio del giudice.
Entrambi i conviventi erano difesi dall’avvocato Giuseppe Zaccaglino.
Sara Pizzorni