Salini: "Elettrificazione forzata
mette a rischio 3.5 mln di lavoratori"
“Per parlare senza ipocrisie di transizione giusta, serve un confronto urgente sull’impatto occupazionale della nuova politica industriale europea. Solo il mix tecnologico è la soluzione affinché la transizione sia sostenibile come le nostre ambizioni ambientali”. Lo afferma l’europarlamentare europeo Massimiliano Salini.
“Secondo uno studio recente, l’elettrificazione a tappe forzate nei trasporti su strada metterebbe infatti a rischio mezzo milione di posti di lavoro nella filiera europea dell’automotive, posti che diventerebbero rapidamente obsoleti se la tecnologia del motore a combustione interna venisse eliminata dal 2035.
“La strada migliore è integrare la mobilità elettrica, accompagnandola con una riconversione industriale graduale e diversificata: un mix tecnologico che includa combustibili rinnovabili e alternativi sarebbe in grado di ridurre del 50% le emissioni di CO2 entro il 2030. Parallelamente l’Ue deve accelerare in modo massiccio gli investimenti nelle infrastrutture di ricarica alternative, come stazioni di rifornimento dell’idrogeno, ad oggi poco più di un centinaio in 10 paesi Ue, o del gas naturale, circa 4mila, due terzi delle quali concentrate nelle sole Italia e Germania. Diversamente, il rischio è che l’impatto della transizione verde abbia costi sociali ed economici insostenibili: l’Ue deve impedire che il Green Deal si trasformi in una sorta di esperimento ideologico, ai danni di famiglie ed imprese”.