Cronaca

Primario aggredito: parte civile
l'Ordine dei medici di Pavia

Il primario Riccardi

L’Ordine dei medici di Pavia si è costituito parte civile questa mattina nel processo contro un papà che dopo aver saputo che la sua bimba era nata morta aveva sferrato un pugno al primario del reparto di Ginecologia e Ostetricia dell’ospedale di Cremona Aldo Riccardi, iscritto all’Ordine di Pavia, che aveva sporto querela per lesioni, violenza privata, danneggiamento e soppressione, distruzione o occultamento di atti pubblici: in questo caso della cartella clinica. Lo assiste come parte civile l’avvocato Luca Curatti. L’Ordine di Pavia è invece rappresentato dall’avvocato Massimiliano Caffetti. “E’ un nostro dovere nei confronti di un collega essere presenti al processo”, ha fatto sapere l’avvocato Caffetti. “Un atto di sensibilità e di amicizia verso un collega iscritto al nostro Ordine”. “Oltre ad una questione di sensibilità e di decoro dell’Ordine”, ha aggiunto l’avvocato Curatti, “si avanza un dovere di intervenire a difesa di un proprio associato che in questo caso non ha veramente colpe. E’ stato vittima di un gesto fuori da ogni buon senso. Un’aggressione che ha anche costretto il personale infermieristico a rinchiudersi all’interno dell’ambulatorio per il timore di essere colpiti”.

L’avvocato Curatti e il collega Caffetti

Il 3 gennaio del 2019 Antonio avrebbe dovuto diventare padre per la prima volta. Ma la sua bimba era nata morta e quando gliel’avevano comunicato, sconvolto, aveva dato in escandescenze. Urlava ed inveiva. L’ostetrica aveva chiamato il primario che in quel momento era nel suo studio. Quando Riccardi aveva raggiunto l’esterno del reparto per domandare cosa fosse successo, era stato investito dalla furia di Antonio, che gli aveva sferrato un pugno al volto, rompendogli gli occhiali. Nessuna reazione da parte del medico, ma si era stati costretti a chiedere l’intervento delle forze dell’ordine. Riccardi aveva riportato una prognosi di 7 giorni. L’imputato, che aveva anche occultato parte degli originali della cartella clinica del ricovero della moglie, è assistito dall’avvocato Michele Tolomini. Da parte di Antonio, come riferito oggi dal suo legale, è stata avanzata una volontà risarcitoria. Se ne parlerà nell’udienza del prossimo 17 febbraio. L’avvocato Tolomini ha già anticipato l’intenzione di chiedere un rito alternativo.

A processo per omicidio colposo per la morte del feto è la ginecologa Alessandra Scarpa che aveva seguito la gravidanza di Nicoletta, moglie di Antonio. Il procedimento nei suoi confronti si aprirà domani.

Sara Pizzorni

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