Cronaca

Cremona rischia di perdere il campeggio La Cooperativa Campeggiatori: "Siamo stanchi: nessun investimento e tante grane"

Cremona rischia di perdere il Campeggio. La Società Cooperativa Campeggiatori Cremonesi, che gestisce da quasi 30 anni il Camping Parco al Po lungo viale Po Europa, infatti, sta seriamente pensando di mollare. Il 31 dicembre scade il mandato di gestione dei 12 mila e 500 metri quadrati dietro le Colonie Padane e tra gli otto soci il pensiero è unico: “Se qualcosa non cambia, noi non ci stiamo più”. L’area è di proprietà del Comune di Cremona, la Cooperativa Campeggiatori paga affitto e Tarsu (“Siamo sui 23 mila euro”, dice il presidente Raffaello Moroni) e si occupa della gestione dell’area. “Siamo stufi di andare avanti così – dichiara Moroni -. Siamo tutti volontari, l’attività è impegnativa, non percepiamo nulla e il Comune diciamo che non fa niente per aiutarci. Addirittura ultimamente non viene nemmeno a raccogliere le foglie. I servizi sono quelli che sono, la struttura non è certo all’avanguardia e noi abbiamo solo delle grane”.
I malumori per una struttura ricettiva che negli anni è stata abbandonata non sono nuovi. “La Cooperativa doveva gestire con lo stesso contratto il nuovo campeggio di via del Sale, di cui però sono stati costruiti soltanto i servizi igienici – racconta Moroni -. Là il cantiere si è fermato al primo lotto, per il vecchio campeggio non c’erano più soldi perché erano stati spesi tutti e qui la situazione è andata peggiorando. Abbiamo anche perso una stella circa tre anni fa, passando da tre a due”.
Così, ad aprile del 201o il presidente Moroni, tra le difficoltà gestionali e finanziarie del campeggio, ha inviato una lettera al sindaco e all’assessore Zanibelli. “Chiedo – si legge nella missiva – essendo in difficoltà finanziarie, di essere esentato dal pagamento del canone di affitto per l’area del camping e di avere un contributo di 10 mila euro come ritorno spese per la tassa Tarsu. Faccio presente che dobbiamo mettere a norma la struttura elettrica e la sostituzione della rubinetteria sottoterra che ormai dopo tre esondazioni sono in condizione pietose, il rifacimento della siepe lungo il perimetro del viale Lungo Po Europa. Tutti i lavori che dobbiamo avere in futuro li faremo un po’ per anno in base alla nostra finanziarietà senza dover così chiedervi altro contributo”. Nulla da fare, la proposta di utilizzare i soldi di affitto e Tarsu per sistemare la struttura non viene accolta. Il 29 luglio 2010 il Comune risponde: “Spiace comunicare che non si può accogliere la vostra richiesta in quanto non è possibile concedere esenzione del pagamento del canone perché esso è un obbligo contrattuale fondamentale del concessionario, così come non è possibile dare contributi per pagare la Tarsu perché essa spetta a chi usa l’immobile”.
Da allora, però, più nulla. “Ho chiesto di incontrare il sindaco – ripete Moroni -, ma non sono mai stato ricevuto. Ho parlato solo con i tecnici del Comune che mi hanno detto che i soldi non ci sono”. Intanto, nel 2010 al Camping Parco al Po (aperto da aprile ad ottobre) sono arrivati 4166 ospiti per 6926 pernottamenti e nel 2011 3441 campeggiatori per 4593 pernottamenti. Il picco di presenze (dati 2011) a luglio con 772 ospiti stranieri (francesi e olandesi soprattutto) e 49 italiani e ad agosto con 659 stranieri e 76 italiani. “I numeri sono in calo, ma siamo l’unico campeggio della zona, e continuiamo comunque ad avere un discreto afflusso – dice Moroni -. Chiudere sarebbe sicuramente una perdita per il territorio”.
“Tra qualche giorno c’è l’assemblea dei soci che probabilmente formalizzerà la questione – conclude Moroni -. Entro il 15 settembre dobbiamo decidere per restare nei termini del contratto. L’unica speranza è in qualche altro socio della Cooperativa che abbia voglia e tempo di impegnarsi nella gestione del campeggio. Se non sarà così, basta. Poi, il Comune deciderà cosa farne di quest’area sulla quale così poco è stato investito”.

Greta Filippini

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