Cronaca

Abuso alcolico, cresce il fenomeno
tra i minorenni. Poli: "Preoccupante"

Un bicchiere tira l’altro, e perdere il controllo a volte è un attimo: l’ennesimo episodio di bevute pericolose, che ha visto protagonisti due minorenni, si è verificato sabato sera davanti alla discoteca Centrale del Latte, dove due minorenni si sono sentiti male a causa dell’abuso di bevande alcoliche. Al punto che sono dovuti intervenire i soccorritori del 118, in quanto in un primo momento entrambi i ragazzini sembravano in condizioni piuttosto gravi, insieme ai Carabinieri, che si sono occupati di appurare le circostanze che hanno portato i ragazzini a consumare un quantitativo di alcolici così importante. Un episodio analogo, sempre nella stessa notte, si è verificato invece a Castelleone.

“Quello dell’abuso di sostanze alcoliche è un problema in crescita: nell’ultimo anno gli accessi al servizio dipendenze del nostro territorio sono aumentati del 25% circa” commenta Roberto Poli, direttore del Serd (Servizio dipendenze) dell’Asst di Cremona. “Un incremento legato molto probabilmente all’effetto Covid, che ha portato ad un accentuarsi delle situazioni di stress e dell’utilizzo dell’alcol come ansiolitico. E di questo effetto ansiolitico dell’alcol purtroppo si sono accorti anche gli adolescenti, che avendo vissuto un periodo estremamente stressogeno come quello del covid e post-covid hanno fatto ricorso in abbondanza a questa sostanza psicoattiva”.

Ma se per gli adulti il concetto classico di dipendenza è quello del bere quotidiano, negli adolescenti il fenomeno si sposta e si concentra in pochi giorni, ma con il consumo di grandi quantitativi di alcolici. “Negli ultimi anni tra i ragazzi si è imposto il fenomeno del binge drinking, accentuato poi dal Covid: vere e proprie abbuffate alcoliche, che hanno preso il via nelle città del nord Europa e che si sono diffuse anche da noi. Un uso non quotidiano, limitato nel week end , ma con quantità massicce”.

Gli effetti, spesso, sono devastanti: “Il problema dei minori è che non metabolizzano l’alcol a sufficienza: mentre negli adulti c’è un enzima maturo che si occupa di questo, rallentandone il passaggio al cervello, nei ragazzini c’è un immediato passaggio al circolo ematico cerebrale, con degli effetti che vanno da quelli più comuni, come disinibizione, eccitamento e iper-euforia, fino a quadri di rallentamento e torpore, e al quadro peggiore, quello del coma etilico, che stiamo vedendo sempre più spesso” spiega ancora il medico.

Episodi che, se ripetuti nel tempo, possono portare a conseguenze anche importanti, come “vere e proprie alterazioni celebrali, in quanto si combina cervello non ancora maturo e assenza di metabolizzazone. L’equilibrio neurobiologico si raggiunge intorno ai 25 anni. Dunque l’introduzione ripetura di sostenze tossiche, che agiscono sul cervello, possono provocare dei danni nello sviluppo dello stesso, con conseguenti disturbi psicologici e comportamentali”.

In tutto questo una grande responsabilità va al mondo adulto. “I pilastri sono due” spiega ancora Poli. “Uno è quello della famiglia, che deve sssere attenta e verificare cosa succede al ragazzino, dall’altro però ci sono le istituzioni che devono attivarsi mafgiormente, tornando a investire sul versante della prevenzione. Negli anni si è un po’ abbassata la guardia su questo tema, ma ora bisogna recuperare, anche perché l’alcol è una sostanza psicoattiva con molti profili di rischio”.

A questo proposito, nell’ambito della fase di cambiamento che si sta vivendo nella nostra Regione, con la riforma delle legge 23 del 2015, che muterà anche le modalità di intervento e prevenzione “dovremo ripartire con percorsi di maggior vicinanza rispetto a questo fenomeno” conclude Poli.

Laura Bosio

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