Cronaca

Il nonsense di Carroll L'Arteballetto di Nappa nel mondo di Alice

– foto Francesco Sessa

Settanta minuti dentro il magico mondo di Alice. Il viaggio della compagnia Arteballetto nella storia di Lewis Carroll, su coreografie di Francesco Nappa, ha entusiasmato il pubblico del teatro Ponchielli, accorso per l’appuntamento della rassegna La Danza. La magia fin dai primi momenti, ancora prima dell’apertura del sipario sul quale compare proiettata la scritta ‘Alice nel paese delle meraviglie’. Poi, il buio e lo stupore delle tante bambine in sala: “C’è scritto Alice!”. La scena spoglia, sul fondo l’immagine di un albero bianco, sul palco l’Alice ‘reale’ che con la sorella maggiore balla una danza giocosa ed ironica. L’ingresso del bianconiglio prelude al salto nel sogno. Alice cade nell’albero, grazie agli effetti video di Gilles Papain, e sparisce. Ricompare altissima davanti a Pincopanco e Pancopinco, fratelli siamesi, emblema della dualità, che ballano affiancati dentro un’enorme ghiaccia per due. C’è la Donna Filata, la sorella che appare in sogno vestita di fili bianchi, il Brucaliffo che porta sul dorso la bella Alice in un gioco di gambe, di braccia, di prese. La Regina di Cuori è la Regina dello Scoop con una corte di otto ballerini e una gonna ‘mobile’ fatta di fogli di giornale. Alice spunta dalla gonna, facendo arrabbiare la Regina dello Scoop. I tronchi si trasformano in tubi da cui escono tantissime pagine di quotidiano che coprono il palco e, poi, sommergono la bambina. L’ultima tappa del viaggio è dedicata all’amore con un passo a due tra Alice e il Cappellaio Matto, personaggio sobrio che trascina la giovane in una danza sensuale, su una musica a tratti troppo ripetitiva. Alla fine il percorso si chiude: il Cappellaio Matto sparisce e Alice si ritrova al punto di partenza, nel parco a danzare con la sorella. Le rimane il ricordo di quel mondo abitato da personaggi strani e da sentimenti forti. L’Alice di Nappa non balla una coreografia pura, ma una coreografia espressiva ed umorale. L’effetto è il nonsense della storia di Carroll, modernizzato e magico.

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