Ambiente

Pezzoni, taglio piante: "Un errore
avere ceduto il Verde ad Aem"

L'intervento integrale in Commissione dell'ex deputato Ds - L'Ulivo, ora coordinatore degli Stati generali Clima Salute Ambiente che raggruppa le associazioni ambientaliste di Cremona e provincia.

Via Adda, foto di repertorio (Sessa)

“La sicurezza e la salute dei cittadini sono davvero priorità assolute. Proprio per questo chiediamo coerenza. Proprio per questo chiediamo di non dormire sugli allori: sulla gestione e programmazione del Verde siamo in forte ritardo”.

E’ uno dei passaggi dell’intervento di Marco Pezzoni nella Commissione Ambiente che giovedì ha affrontato il tema del Piano del Verde annunciato più volte dall’amministrazione comunale. Un appello – che riportiamo integralmente – affinché il dibattito non si fermi alla condanna del taglio di 133 alberi, ma diventi spunto per una riflessione condivisa tra politici, associazioni ambientaliste e quartieri.

 “La decisione di tagliare in città 133 alberi da parte dell’Amministrazione comunale di Cremona non può essere ridotta a pura questione tecnica e nemmeno isolata nella sua fase finale: ‘sono un rischio e dunque vanno eleminati!
Piuttosto la domanda è: cosa si è fatto prima per curare il verde cittadino e mantenerlo in salute, visto che gli alberi sono un bene comune prezioso, richiedono un lavoro sistematico di controllo e prevenzione.
Piuttosto la domanda è: quali professionalità e competenze sta mettendo in campo l’attuale Amministrazione comunale per dotare Cremona di un patrimonio boschivo sano e vitale, molto più ampio e diffuso in tutti i quartieri, visto che gli alberi sono la terapia collettiva più potente contro l’inquinamento dell’aria. Producono ossigeno, catturano la Co2, diminuiscono il rischio di isole di calore, sono nostre alleate nella lotta ai cambiamenti climatici!
Dunque prima di tagliarle, una buona Amministrazione coinvolge i cittadini residenti, i quartieri e l’associazionismo, coinvolge persino più competenze, per verificare lo stato di salute delle singole piante e il rischio di caduta che comporta la loro collocazione.
Non basta sostenere” tanto ci impegniamo a sostituirle”.
Come Stati generali Clima, Ambiente e Salute della provincia di Cremona, in rappresentanza di tante associazioni ambientaliste e di volontariato, ci stiamo occupando di questo problema con uno spirito nuovo e indipendente, non di parte, non collaterale a nessuna parte politica e a nessun interesse. In questo caso la richiesta di moratoria è stata condivisa da Legambiente, FIAB, WWF, Italia Nostra, CreaFuturo per l’economia circolare, ma anche da tanti gruppi di cittadini sia della città che della provincia.
La moratoria, cioè la richiesta all’Amministrazione comunale di sospendere il taglio degli alberi per favorire un breve momento di approfondimento pubblico sia tecnico che politico, ha diverse ragioni.
Per questo abbiamo accolto con favore l’invito della Commissione consigliare Ambiente a partecipare all’incontro su questo tema.
Per questo il Circolo VedoVerde di Legambiente ha consegnato un documento redatto dai suoi esperti regionali che propongono un approfondimento con altre tecniche sullo stato in cui versano gli alberi da abbattere.
Ad esempio ci sono più scuole di pensiero sul terreno agronomico che hanno metodi di indagine diverse, tecniche diverse, tutte valide e complementari tra di loro: la tomografia sonica, non ancora eseguita, può benissimo completare l’ispezione visiva e la tecnica del dendrodensimetro.
Del resto gli stessi agronomi dello Studio Miceli, utilizzati dal Comune di Cremona, hanno ammesso che esistono più tecniche, che possono avere commesso errori, che sono disponibili al confronto con altri tecnici e che, soprattutto, la pericolosità di un albero non coincide necessariamente con il suo stato di salute, e che il rischio di caduta su auto o residenti o passanti viene poi valutato dall’Amministrazione comunale che se ne assume la responsabilità dell’eventuale abbattimento.
Dunque, nulla è automatico in questo percorso. Dunque tecnica e politica si intrecciano in una procedura che va resa chiara e trasparente”.

Per questo ci sono almeno tre grandi problemi da affrontare insieme:
1- Un deficit culturale, un deficit di visione sul verde cittadino che non può essere più visto come arredo, come semplice decoro, come bella aiuola, ma piuttosto come fondamentale risorsa di un ecosistema parte integrante dell’urbanistica, della pianificazione e rigenerazione urbana, della qualità della vita di una città: più boschi urbani, più aree verdi, più parchi, più strade e piste ciclabili alberate e ombreggiate in sicurezze, più corridoi ecologici per la biodiversità. Dunque non solo un valore ambientale, ma sociale: presidio vivente a tutela della salute dei cittadini!

I Rapporti degli scienziati dell’IPCC ci avvertono da tempo sull’urgenza che nella lotta ai cambiamenti climatici si adottino politiche di adattamento e resilienza in cui le “foreste urbane” assumono un ruolo rilevantissimo. Ecco perché il Comune di Milano, su proposta di Renzo Piano e iniziativa di diversi architetti tra i quali Tiziana Monterisi, ha previsto di ricoprire entro il 2030 a tetti giardino 14 milioni di mq. Oggi sono meno di un milione. Serve per abbassare la temperatura anche di 5 gradi. Cremona, dove scarseggia fortunatamente la verticalità degli edifici, avrebbe bisogno di aumentare entro il 2030 di ben tre volte il proprio patrimonio attuale di alberi: altro che semplice sostituzione di quelli ammalorati!

2- Deficit di volontà politica. Si può e si deve recuperare, da parte di tutti. Non solo dall’attuale Giunta che amministra Cremona. Dice l’assessore Bona: “ il taglio degli alberi ci è imposto dal rischio che possano causare danni a persone e cose. Per noi amministratori la sicurezza è al primo posto!” Se davvero la sicurezza dei cittadini è al primo posto, allora a maggior ragione ci si chieda se le risorse finanziarie e di personale siano adeguate allo scopo.

Ci si chieda se uguale criterio si voglia adottare di fronte alle morti premature causate dall’inquinamento dell’aria, dalle polveri sottili, in particolare dalle Pm 2,5 dove Cremona risulta ai primi posti in Europa. Il Sindaco è Autorità sanitaria anche in questo caso. L’Ente locale ha una grossa responsabilità anche sul terreno della diminuzione delle fonti di inquinamento. Tutto questo per dire Sì, la sicurezza e la salute dei cittadini sono davvero priorità assolute. Proprio per questo chiediamo coerenza. Proprio per questo chiediamo di non dormire sugli allori: sulla gestione e programmazione del Verde siamo in forte ritardo. Cremona è molto indietro rispetto a Brescia, Bergamo, Mantova nel rapporto tra numero di alberi per ogni abitante. Vedere la recente classifica di Openpolis su dati Istat 2019. Il patrimonio di alberi della città è molto vecchio, cresciuto molto di numero nei trent’anni che vanno dal 1970 al 2000. Poi di molto rallentato. Per questo la manutenzione e la cura dell’esistente è ancora più complessa e delicata.

3- Deficit di strumenti adeguati da parte della “macchina comunale”. Nella gestione del verde giudico un errore politico e non solo tecnico aver passato la gestione pratica del verde all’Aem: una soluzione di ripiego che mi auguro venga corretta al più presto. Potrei dire: una soluzione di comodo che serve a deresponsabilizzare il Comune, la stessa politica, retrocedendo la gestione del Verde e del taglio degli alberi a questione tecnica.

Il caso dei 133 alberi tagliati e da tagliare non è dunque una questione sentimentale, non è una questione solamente ambientale, è una questione di corretta politica e di adeguate procedure amministrative.

Il Comune di Cremona parte certo svantaggiato dal fatto che per tutto il secolo scorso il Verde era gestito dalla bravura, professionalità ed esperienza dei giardinieri delle Serre comunali. Ma da almeno 20 anni è evidente che quel modello era inadeguato alle sfide globali e interdisciplinari che il cambiamento dei tempi ci propone. Il cervello politico e progettuale della gestione del Verde e del Piano verde, ancora da elaborare, deve vedere la regia del Comune, degli Uffici comunali potenziati di competenze, dello stesso Consiglio comunale che non può essere l’appendice della Giunta. Per questo auspichiamo che a Cremona si recuperi il valore della democrazia deliberativa che prevede istruttorie aperte, trasparenti e partecipate. Che prevede il coinvolgimento preventivo dei Quartieri e delle associazioni.

Per questo rivolgiamo un appello alla Commissione Ambiente del Comune di Cremona che ci ha invitato, ai Consiglieri di maggioranza e opposizione, al presidente della Commissione che ci ha invitato a prendere la parola: prendete in considerazione anche le nostre ragioni, analizzate le motivazioni anche tecniche del Documento di Legambiente, date un vostro contributo alla discussione pubblica in piena autonomia, consigliate Sindaco e Giunta ad una svolta coraggiosa e innovativa su tutte queste tematiche”.

Marco Pezzoni
Coordinamento Stati generali Clima, Ambiente, Salute

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