Afghanistan, donne sfidano talebani: foto social con abiti colorati
Una foto con indosso un abito tradizionale verde smeraldo, con il capo coperto da uno scialle bianco. Così Kahkashan Koofi, 28enne afghana che con il ritorno dei Talebani ha perso il suo posto alla televisione di stato, ha sfidato i nuovi padroni dell’Afghanistan che impongono alle donne nelle poche occasioni in cui è permesso loro uscire di indossare il burqa nero.
Come hanno fatto le donne che sabato scorso hanno preso parte ad una manifestazione inscenata di fronte all’università di Kabul per sostenere il nuovo governo dei Talebani. Scene che hanno spinto Koofi ed altre donne afghane a reagire pubblicando sui social proprie foto in cui indossano abiti, ognuno legato alla tradizione del proprio gruppo etnico e della propria regione, tutti colorati.
“Quando mi sono guardata allo specchio ho avuto un attimo di pace, qui viviamo in prigione”, ha raccontato al Washington Post la giovane che dopo la vittoria dei Talebani si è nascosta insieme alla sua famiglia per paura di rappresaglie. La campagna con cui le donne afghane vogliono sfidare i Talebani è partita da Bahar Jalali, ex docente di storia all’American University, che ha raccontato alla Bbc di aver iniziato a postare foto con abiti tradizionali afghani perché “l’identità e la sovranità afghane sono sotto attacco”.
#Afghan cultural dress https://t.co/6DjCVSSofl pic.twitter.com/JgpRVwvwOx
— Kahkashan Koofi (@koofi_kahkashan) September 13, 2021
Altre donne l’hanno seguita e con gli hashtag #DoNotTouchMyClothes, non toccate i miei abiti, e #AfghanistanCulture, le donne intendono sbugiardare la narrativa talebana che il burqa, abito tradizionale dei Paesi del Golfo, sia legato ad una tradizione afghana. “Voglio che il mondo sappia che questi abiti” indossati dalle donne nelle manifestazioni pro talebani “non appartengono alla nostra cultura, alla nostra identità”, ha spiegato la storica all’emittente britannica.
La cultura afghana è “tutta incentrata sulla gioia ed i colori”, ribadisce Ruhi Kahn, ricercatrice della London School of Economics, per la quale la campagna online “non è solo una protesta contro le regole imposte dai Talebani, sulla base di quello che loro ritengono islamico, ma anche contro l’idea occidentale di quello che le donne afghane dovrebbero indossare”.