Cronaca

Buon compleanno Rosa!

Il 26 marzo 1866 nasce a Volongo, in provincia di Cremona, Rosa Agazzi, pedagogista e grande  innovatrice nel campo dell’educazione dell’infanzia. Grande quanto la Montessori? C’è chi ritiene Maria Montessori culturalmente più raffinata, più capace di fondare il suo sistema pedagogico sul rigore dell’approccio scientifico. Mentre per il contributo di Rosa Agazzi e della sorella Carolina, più giovane di 4 anni, spesso si parla di “ esperienze didattiche “ innovative  basate più sull’intuizione e sul cuore che su un sistema teoricamente fondato.

In realtà al Congresso pedagogico  nazionale di Torino del 1898 le due relazioni più importanti e avanzate sono proprio quelle di Rosa Agazzi e di Maria  Montessori: ma mentre la Montessori, da poco diventata medico, si concentra sulla comprensione e la cura di gravi malattie dell’infanzia e dell’adolescenza, l’apertura di un nuovo orizzonte pedagogico in Italia viene dall’ intervento di Rosa che critica duramente il sistema Froebeliano, passivamente interpretato e burocraticamente applicato dagli stessi insegnanti, e propone come nuovo modello di asilo l’esperienza di Mompiano.

Quello di Rosa a Torino è un intervento di rottura verso una concezione chiusa della scuola e insieme l’offerta coraggiosa di una prospettiva aperta e subito praticabile, grazie ad un semplice e rivoluzionario cambio di mentalità.

“La scuola materna” di Mompiano è infatti basata su un metodo che richiede intelligenza più che intellettualismo, interazione con la creatività e soggettività del bambino che nozioni scientifiche sulla struttura del linguaggio, costruzione di un ambiente didattico a misura del bambino e in grado di stimolarlo e responsabilizzarlo più che percorsi prestabiliti per la crescita armoniosa dei sensi.

In un Italia ancora poverissima nelle campagne e nelle periferie delle città, segnata da bassa scolarizzazione e diffusa esclusione sociale, le sorelle Agazzi propongono e diffondono un modello di inclusione con pochissimi mezzi a disposizione : niente banchi, lavagne, libri, ma ambiente familiare con a disposizione del bambino oggetti della vita quotidiana, momenti di dialogo e di racconto, grande spazio dato al canto, attenzione alla natura e agli animali, responsabilità per l’igiene personale.

Ed è così che in pochi anni il metodo delle sorelle Agazzi diventa il più diffuso in Italia. Nella convinzione che l’educazione sia fondamentale per la società e che la scuola sia sempre e tuttora decisiva per la maturazione personale e per la convivenza e coesione sociale, ci permettiamo oggi come associazione “ Cremona nel Mondo” di ricordare la nascita di Rosa, questa grande italiana.

Attenzione alla creatività e allo spirito di iniziativa del bambino, predisposizione di un ambiente didattico stimolante non solo per i sensi ma per l’intera personalità, elaborazione di un programma basato sull’importanza del racconto e del canto e costruito su misura dell’età infantile: queste alcune innovazioni che dobbiamo a Rosa e che hanno positivamente caratterizzato la crescita e la diffusione delle scuole materne nell’Italia unita.

Rosa e Carolina, le due pedagogiste cremonesi, cremonesi perché nate e morte a Volongo, meritano tuttora di essere ricordate anche perché il loro metodo educativo è conosciuto nel mondo come “metodo italiano”. E questo giudizio va dagli scritti di Giuseppe Lombardo-Radice, loro grande estimatore al punto da preferirle alla Montessori, a opere recentissime come quella di Francesco Altea che giudica il metodo delle sorelle Agazzi ” un valore educativo intatto nel tempo”.

La “scuola materna” di Mompiano, oggi periferia di Brescia, diretta dalle sorelle Agazzi e pensata come ” casa dei bambini” che permetta loro di crescere in un ambito affettivo di tipo familiare, attraverso il dialogo, la responsabilità, la creatività e la cooperazione è diventata il nuovo tipo di asilo e un ‘esperienza così diffusa in Italia tanto da essere riconosciuta come modello e adottata come denominazione ufficiale per la scuola dell’infanzia  istituita dallo Stato italiano nel 1968.

Senza dimenticare che il metodo agazziano ha varcato i confini nazionali e ha conosciuto significative applicazioni e reinvenzioni in Svizzera, Belgio, Germania, Romania, Spagna e America Latina.

 

Marco Pezzoni

 

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