Cronaca

Aggressioni sul treno, Orsa: "Situazione
peggiorata con norme anti-Covid"

La necessità di far rispettare le normative anti-Covid anche sui mezzi di trasporto ha provocato un incremento delle aggressioni sui treni a danno del personale viaggiante: un fenomeno che ha assunto una frequenza ormai quasi quotidiana, considerando sia le aggressioni fisiche sia quelle verbali. A lanciare l’allarme è il sindacato Orsa, dopo l’ennesimo episodio, verificatosi stavolta sulla Cremona-Brescia.

“Quello di venerdì è stato l’ultimo di una lunga serie” commenta Roberto De Ferdinando, coordinatore di Personale Viaggiante Orsa Ferrovie. “La situazione non è rosea e sappiamo bene che le aggressioni sono un fattore sempre più frequente”. Soprattutto da un anno a questa parte, dopo che la pandemia, e le conseguenti restizioni, hanno inasprito ulteriormente la situazione, sotto l’aspetto sociale. “Il personale viaggiante si è reso indispensabile per la corretta applicazione delle norme anti-Covid a bordo treno, e questo è stato causa dell’incremento delle aggressioni” sottolinea ancora De Ferdinando. “Ormai ogni pochi giorni si verifica un’aggressione, fisica o verbale£. E al problema di sicurezza si affianca anche quello dell’interruzione di pubblico servizio, in quanto intervengono le forze dell’ordine, il treno viene fermato e ci vanno di mezzo anche i viaggiatori.

L’avvento del green pass potrebbe addirittura peggiorare la situazione, laddove i capotreno ne venissero deputati al controllo: “Purtroppo come sempre in questi casi vengono fatte le leggi ma non vengono emanate le specifiche tecniche sul corretto controllo e applicazione della norma, come accaduto appunto per il rispetto delle norme Anti-Covid. Fare controlli su treno in movimento è complesso, e un capotreno è solo con 600-700 viaggiatori e deve tenere sotto controllo una serie di situazioni. Certo, la categoria è versatile e non ci si sottrae a nuove mansioni, ma si devono mettere i lavoratori nelle condizioni di svolgerle in maniera efficace e sicura”.

Come se non bastasse, la categoria sembra ora essere a rischio, come emerge dalla bozza di riforma su cui sta lavorando l’Agenzia per la sicurezza ferroviaria, che potrebbe addirittura eliminare la figura del capotreno: “Un’incongruenza, considerando che da una parte vengono valirizzate con assegnazione di nuove competenze, mentre dall’altra gli organi deputati al controllo e al funzionamenro della sicurezza ferroviaria ne mettono in discussione l’esistenza” sottolinea De Ferdinando.

“Gli organismi sociali si oppongono a questo stato di cose, perché siamo convinti che a bordo treno sia necessaria una figura fortemente professionalizzata, che si occupa della sicurezza di tutti i viaggiatori. E’ impensabile che su un treno che percorre tratte di 2-3 ore non vi sia nessuno a dare assistenza”.

Laura Bosio

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