Cronaca

Estensione Green pass, Fipe: "Sì,
ma impegno contenimento virus"

Lupi e Badioni

Obbligo di green pass ovunque, compresi ristoranti e bar? Accettabile solo se si pensa a una più ampia e attenta operazione di contenimento della diffusione del Covid. A dichiararlo è Alessandro Lupi, presidente di Fipe Confcommercio Cremona.

“Siamo consapevoli, più di chiunque altro, di quanto sia pericoloso e irresponsabile sottovalutare il rischio di nuove ondate di contagio” comenta. “L’emergenza non è finita e ciascuno è chiamato a dare il proprio contributo per tornare alla normalità. L’aumento dei positivi al virus (anche a Cremona) è un campanello d’allarme preoccupante. Non va sottovalutato.

Va innanzitutto tutelata la vita umana, scongiurando morti che potrebbero essere evitate. E non si deve ricadere in nuovi lockdown che sarebbero insostenibili per imprese rese fragilissime da quanto hanno dovuto subire negli ultimi mesi. Avrebbero un costo economico e occupazione che non possiamo permetterci. Occorrono provvedimenti seri, coerenti ed efficaci, non semplicemente di facciata. Troppe volte, in questi mesi, abbiamo avuto l’impressione, come Confcommercio e Fipe, che le nostre imprese siano state usate come capro espiatorio.

Guardiamo anche a questi ultimi giorni con le discoteche chiuse, senza una data certa per la ripartenza e senza ristori adeguati. O, ancora, chiediamo come sia possibile pensare ai pubblici esercizi come luoghi di contagio a cui accedere solo con il pass vaccinale quando per festeggiare il successo agli Europei di calcio, abbiamo visto assembramenti pericolosissimi e incontrollati in tutte le piazze.

Anche l’obbligo di “green pass” (che oggi in Italia è utile solo per cinema, teatri ed eventi) ad ampio spettro sul modello francese può essere accettabile, ma solo se si pensa ad una più attenta e ampia operazione di contenimento della diffusione del covid. Proprio in questi giorni, sui giornali locali, abbiamo letto – solo per citare un esempio – le preoccupazioni del mondo della scuola (legate alla didattica ma anche ai trasporti). Ambiti che non è chiaro in che modo potrebbero intersecarsi con la nuova normativa. E che sono meno sicuri e controllati di quanto non siano i nostri ristoranti e pubblici esercizi, dove c’è una vigilanza rigorosa e un rispetto dei protocolli rigidissimi tanto per i clienti che per gli operatori.

Si parta, dunque, dalla proposta di estensione degli ambiti di applicazione del “green pass” ma poi ci si confronti con tutti i portatori di interesse, auspicando che ciascuno porti un contributo di esperienze e idee per raggiungere l’obiettivo di uscire definitivamente da questo dramma collettivo. Noi, come Fipe e Confcommercio, siamo pronti a fare la nostra parte. E lo riaffermiamo sin da ora, con il dibattito ancora alle fasi preliminari. Dunque non ci schieriamo né con Macron né con chi twitta che “La libertà individuale è sacra e inviolabile”, perché pensiamo che questa trovi naturalmente i suoi confini quando finisce con il limitare quella altrui. E, ovviamente, siamo a favorevoli alle campagne vaccinali.

Noi stessi ci eravamo resi disponibili per investire risorse proprie in un progetto destinato alle imprese e ai dipendenti, animati dalla volontà di raggiungere il prima possibile l’immunità della nostra comunità. E ribadiamo il nostro impegno su tutti i progetti di sensibilizzazione rivolta ai giovani e alla popolazione più in generale. Ma non siamo disposti ad essere, ancora una volta, gli unici a cui viene chiesto di fare sacrifici, soprattutto se inutili per raggiungere un qualsiasi obiettivo”.

 

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