Cronaca

Sfruttamento dei lavoratori dei
supermercati: incontro in Provincia

I problemi dei lavoratori del commercio, e in particolare quelli dei supermercati, sono stati al centro di un incontro tra i sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil e la consigliera di Parità provinciale Carmen Fazzi, a seguito di numerose segnalazioni circa la difficoltà a conciliare i tempi di vita e lavoro e le condizioni di sfruttamento vissute da oltre un anno in un settore che non si è mai fermato.

“La pandemia – si legge nel documento finale dell’incontro, a cui hanno partecipato Maria Teresa Perin per la FILCAMS CGIL , Gildo Antonio Comerci per la FISASCAT CISL e Marco Tencati per la UILTuCS UIL –  ha indubbiamente acuito e messo a nudo criticità nel mondo del lavoro, mai completamente risolte o forse neppure affrontate in modo radicale, che stanno esplodendo anche drammaticamente in questo primissimo periodo di ripresa”.

Tra i problemi più frequenti c’è proprio l’organizzazione oraria dei turni di lavoro nei supermercati. “Questi lavoratori – affermano i sindacati – sono chiamati a svolgere turni di lavoro ed orari, magari comunicati il venerdì per la settimana successiva, che vanificano la pianificazione dei tempi di vita, in tal modo viene negata di fatto la conciliazione vita lavoro e si creano nelle famiglie situazioni di difficile gestione. Molti di loro si rivolgono a noi per avere supporto, ma poi per la necessità di tenersi ben stretto il posto di lavoro preferiscono non proseguire con azioni più concrete. E i datori di lavoro possono persino permettersi di non osservare gli orari definiti nei contratti individuali part time stipulati con i propri dipendenti. I più penalizzati sono i dipendenti con figli piccoli e le mamme sono le più ricattabili a causa della maggior necessità di richieste di permessi, congedi, malattia per i figli”.

Molti supermercati prediligono contratti di lavoro part-time, con orari inferiori alle 30 ore: questo potrebbe far pensare ad una tipologia organizzativa pensata come modalità conciliativa, ma individuare il part-time come misura conciliativa “non è la risoluzione dei problemi che devono affrontare le famiglie con figli minorenni, anzi ne crea di altri,  primo fra tutti la povertà, e grossi problemi finanziari quando si raggiungerà l’età della pensione”.

I dipendenti di aziende della grande distribuzione alimentare lamentano inoltre l’insufficienza dei presidi sanitari messi loro a disposizione e affermano che in alcune aziende, all’epoca della prima ondata pandemica, era stato vietato di utilizzarli per non creare allarmismo nella clientela. Delusione anche per non essere stati inseriti, assieme al personale sanitario e scolastico, tra i soggetti da sottoporre prioritariamente al vaccino.

Su questi temi verrà sottoscritto un Protocollo d’intesa finalizzato ad una più sollecita e puntuale collaborazione tra la Consigliera di Parità e i Sindacati Cgil Cisl e Uil. gb

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