Monteverdi, al via un tavolo
di studio per i prossimi Festival
Un vero e proprio tavolo di lavoro per organizzare il Festival Monteverdi: questo rappresenta il Centro studi monteverdiano, presentato al Ponchielli dal Sovrintendente Andrea Cigni, durante un incontro per fare il punto della situazione ma anche un bilancio di fine stagione.
Si tratta di un tavolo di studio permanente su Claudio Monteverdi, sulla sua opera, con riferimento alla pratica e alla prassi esecutiva del repertorio tardo rinascimentale e barocco, alle personalità, ai luoghi, alle esperienze musicali ad esso collegati, supporto scientifico alle attività del Festival.
“Si tratta di un supporto utile per il recupero di quanto può servire per organizzare il Festival. Un tavolo di riflessione, attorno a cui ci riuniamo e parliamo di Monteverdi” ha detto Cigni.
Al tavolo di studio, oltre a Cigni, partecipano l’Università di Pavia – Dipartimento di Musicologia Sede di Cremona, rappresentato dalla professoressa Angela Romagnoli, il Museo del Violino di Cremona, rappresentato dal M° Fausto Cacciatori, curatore del museo stesso, il M° Antonio Greco, direttore d’orchestra ed esperto del repertorio Monteverdiano, del repertorio tardo rinascimentale e barocco, referente di Cremona Antiqua e dell’Orchestra e Coro del MonteverdiFestival.
Ma non solo: “Ai lavori e ai percorsi di studio prenderanno parte, quali ospiti ed esperti, figure di riferimento del repertorio antico e l’attività si aprirà alle esperienze di Fondazioni, Associazioni, Istituzioni culturali che operano nel territorio nazionale ed internazionale, desiderando favorire lo scambio, il confronto, la crescita, di una pratica e un pensiero legati alla produzione musicale del periodo di riferimento, agli strumenti musicali, agli archivi di documenti, legati a Claudio Monteverdi e alle connessioni che da questo musicista si generano” ha spiegato Cigni. “Tutto questo per recuperare quelle forme esecutive che troveranno poi nel MonteverdiFestival vita e progettualità, legandosi al compositore cremonese e da lui sviluppandosi in preziosi percorsi performativi e scientifici”.
“Porto la testimonianza del legame tra Monteverdi e i liutai” ha aggiunto Cacciatori. “Credo che si dovrà pensare alla ricostruzione di strumenti storici attraverso la scuola di liuteria, cercando di raggiungere un organico dell’Orfeo che si avvicina a quello monteverdiano. Ma sarà anche importante fare uno studio di quello che era l’ambiente cremonese all’epoca di Monteverdi”.
Grande soddisfazione da parte del sindaco, Gianluca Galimberti: “Due le parole che caratterizzano il festival: qualità e anima. Non solo è un’ottima cosa dislocarlo in diversi punti della città, ma anche collocarlo nell’anima dei cremonesi. Inoltre credo che la programmazione 2022 dovrà avere tutti i passaggi che dovrà avere una logica di programmazione pluriennale”.
L’incontro è stato anche l’occasione per fare un bilancio del festival di quest’anno, che ormai si sta concludendo: ultimo appuntamento, questa sera, sabato 26 giugno, alle ore 20. Una conclusione attesissima ed importante con una vera star del barocco il controtenore polacco Jakub Józef Orliński, accompagnato dall’ensemble Il Pomo D’Oro diretto dal M° Francesco Corti.
Ma tantissimi e importanti sono stati i contenuti dell’edizione del 2021: L’Orfeo e il dittico Ballo delle Ingrate / Combattimento di Tancredi e Clorinda, ma anche una prima assoluta quella di Figli di un Dio ubriaco, progetto di Danza della Compagnia Balletto Civile su Madrigali monteverdiani.
“Abbiamo avuto contenitori particolari con #Monteverdincursioni, concerti realizzati in luoghi rappresentativi dell’economia, del lavoro, del sociale, e poi anche #Monteverdidappertutto, piccoli appuntamenti musicali in luoghi storici, come chiese e palazzi per un massimo coinvolgimento della comunità dentro alla quale il Monteverdi Festival nasce e si svolge e una diffusione della cultura musicale a più livelli” ha spiegato Cigni. “Inoltre, abbiamo pensato ad un evento particolare e “notturno” #Monteverdisotterraneo, alla scoperta di un luogo insolito come la ghiacciaia di Palazzo Mina Bolzesi”.
Il Monteverdi Festival porta avanti anche un progetto formativo: la Residenza barocca, rivolta a giovani musicisti del repertorio barocco per l’approfondire la prassi esecutiva per voce e strumento e conclusasi con due concerti gratuiti, in una delle chiese più belle della città.
“Un festival di grande respiro, che ha portato a Cremona circa 100 artisti tra musicisti, cantanti, registi, coreografi, direttori d’orchestra, per una manifestazione che si è articolata attraverso opera, concerti, danza, incontri, reading, performance” ha concluso Cigni. “Il Festival 2021 si sta concludendo all’insegna della rinascita e del movimento, dieci giorni intensi, ricchi di eventi capaci di stupire e coinvolgere la città”. lb