Lavoro, Ferrari (Assoindustria):
"La ripresa c'è, sos lavoratori"
Il tema del lavoro rimane sempre più centrale in queste settimane segnate da riaperture e ricerca di personale, soprattutto per quanto riguarda i lavoratori stagionali. A dare il proprio punto di vista è anche l’Associazione Industriali di Cremona con Chiara Ferrari, presidente dei giovani industriali cremonesi.
E’ noto che esiste un mismatch tra domanda e offerta di lavoro in Italia e anche da noi. In quali settori industriali, in particolare?
“Il problema è sicuramente generalizzato in tutto il nostro Paese. Dal 2004 al 2019, il mismatch tra domanda e offerta di lavoro ha subito un progressivo peggioramento: in 15 anni il tasso di disoccupazione è passato dal 6% ad oltre il 10% e le difficoltà di reperimento si sono alzate a livelli record, in un divario tra domanda ed offerta di lavoro sempre più profondo e complesso. Nel 2020, con la crisi Covid-19, si è evidenziato contrazione di posti vacanti a parità di occupazione, interpretabile per l’effetto combinato del blocco dei licenziamenti e dell’aumento degli inattivi. Infatti, il tasso di disoccupazione da gennaio 2020 a novembre 2020 è diminuito dello 0,72% passando dal 9,59% all’8,87%, mentre il tasso di inattività nello stesso periodo è aumentato dell’1,1% passando dal 34,74% al 35,85%”.
L’industria ha nel suo complesso sempre lavorato anche durante la pandemia, ma l’emergenza sanitaria quanto ha complicato le cose ai datori di lavoro alla ricerca di personale specializzato e non?
“Aumenta la domanda per le professioni scientifiche. Analizzando l’andamento dell’occupazione e della disoccupazione fra il 2011 e il 2019, le professioni a maggior contenuto scientifico mostrano una crescita nella domanda di lavoro, ma soffrono di un limite nell’offerta.
Da un’elaborazione, le 5 professioni più difficili da reperire sul totale delle assunzioni pianificate nel 2019 secondo il tasso di difficoltà di reperimento sono figure specializzate quali: in ambiti di saldatura, elettrotecnica, analisti e progettisti di software, tecnici programmatori e tecnici meccanici.
Per quanto riguarda i settori che coinvolgono la nostra Associazione (manifatturiero) sono un po’ tutti coinvolti: dal meccatronico, all’alimentare, al chimico/cosmetico, siderurgico, ecc.
In maniera trasversale la mancanza di competenze tecniche orientate all’informatica, alla programmazione e alla digitalizzazione sono quelle che si fanno sentire di maggiormente, anche perché, le imprese a vari livelli e in maniera differente stanno cambiando in ottica 4.0″.
Cosa deve cambiare?
“Per risolvere il mismatch tra domanda e offerta, occorre intervenire sulla preparazione dei ragazzi a scuola ed in particolare negli istituti tecnici. Bisogna puntare inoltre sugli ITS e la formazione continua di cui siamo carenti rispetto agli altri paesi europei e sicuramente favorire le azioni di orientamento ai ragazzi. Noi con il nostro gruppo giovani avendo proprio la delega all’education cerchiamo con le nostre attività di creare questo valore aggiunto.
Le imprese vanno veloci, devono cambiare essere all’avanguardia e così le qualifiche tecnico-scientifiche sono di gran lunga il fattore principale nel mismatch di competenze che i nuovi lavoratori hanno quando entrano in azienda.
La pandemia ha cambiato la vita di tutti quanti compresa quella nelle nostre imprese. Per le realtà di alcuni settori il Covid è stato sicuramente un’opportunità, mi viene in mente tutta la filiera dell’agroalimentare rivolta alla GdO, i settori della chimica/farmaceutica ed anche l’attività di trasporto e logistica annesse.
Ovviamente i contagi, le limitazioni previste dai vari DPCM, l’applicazione di protocolli di sicurezza stringenti non sono stati d’aiuto, ma credo che abbiano dimostrato ancora una volta, come il mondo dell’impresa, con grande senso di responsabilità si sia messo a disposizione per il bene comune, sia all’interno delle imprese, sia al di fuori.
L’emergenza sul personale potrà arrivare d’ora in avanti, in quanto ci troviamo in fase di rilancio per il settore manifatturiero e tutti gli indicatori ce lo confermano anche per i prossimi mesi. Sarà difficile trovare figure specializzate e non solo in quanto la domanda sarà probabilmente superiore all’offerta sia sotto l’aspetto qualitativo che quantitativo”.
Lavoratori stagionali: c’è una particolare carenza in questo periodo?
“Per ciò che concerne il discorso dei lavoratori stagionali sentiamo che in zone turistiche è sicuramente un problema attuale, mentre per cio’ che concerne la nostra realtà cremonese nel manifatturiero, soprattutto nel settore alimentare, si è negli anni mantenuta una certa stabilità e si sono pertanto consolidate situazioni occupazionali costanti”.
Giuliana Biagi