Tariffa Puntuale, FI e Viva Cremona:
"Tanti slogan, ma poche certezze"
Non si placano le polemiche intorno alla Tariffa Puntuale per i rifiuti adottata dall’Amministrazione e la cui sperimentazione inzierà a settembre. In un documento congiunto, firmato dai consiglieri comunali di Forza Italia (Carlo Malvezzi, Federico Fasani e Saverio Simi) e Viva Cremona (Maria Vittoria Ceraso), infatti la minoranza attacca: “L’introduzione della tariffa puntuale risulta del tutto anacronistica per tempistica e metodo. Una sperimentazione come quella che si vuole mettere in atto ha bisogno di momenti di condivisione e confronto per spiegare modalità e finalità, utilizzando tutti i canali di incontro e comunicazione disponibili per sensibilizzare i cittadini, la cui disponibilità e collaborazione è indispensabile per l’attuazione del progetto”.
I consiglieri quindi si chiedono: “Com’è possibile mettere in campo tutto ciò in tempi come quelli che stiamo ancora vivendo? Perché addossare ai cittadini nuovi oneri e adempimenti in un momento in cui le priorità e preoccupazioni da affrontare sono altre? Rispetto a questo nuovo sforzo richiesto ai cremonesi, finalizzato al condivisibile obiettivo di aumentare la raccolta differenziata, quali sarebbero (se esistono) gli eventuali benefici soprattutto in termini di risparmio?”.
“Dal momento che non sono state presentate simulazioni comparative tra l’attuale e la futura tariffa – proseguono -, le famiglie con figli o le persone sole, ad esempio, pagheranno di più o di meno? Non sarebbe stato meglio che il Comune investisse energie e risorse per migliorare ciò che attualmente ancora presenta tante criticità in termini di costi, decoro urbano e miglioramento della differenziata?”.
Forza Italia e Viva Cremona, poi ricordano come “da tempo sottolineiamo come la presenza dei bidoni e sacchi della spazzatura, soprattutto nelle zone del centro storico, esposti fino a metà mattina se non oltre, siano uno spettacolo indecoroso e che bisognerebbe attivare la raccolta notturna come avviene in tante altre città”. Così come “bisognerebbe investire in un sistema o in modalità di sorveglianza più efficaci per cercare di ridurre al minimo il fenomeno dell’abbandono dei rifiuti che affligge tanti quartieri della città e che, a fronte del nuovo sistema prospettato, rischia di aumentare”.
“Alla base di un processo di sperimentazione – continuano i firmatari – è essenziale che vi sia chiarezza e trasparenza sui dati di partenza e sugli obiettivi quali-quantitativi che si intenderebbe raggiungere; è prioritario acquisire e comunicare le percentuali esatte della quantità di rifiuto differenziato per frazioni effettivamente destinato al riciclo e quanto invece, seppur differenziato dai cittadini, torna ad essere trattato come indifferenziato”. Su questi dati l’Amministrazione” non ha mai intrapreso un trasparente percorso di comunicazione in alcuna sede”.
In un “processo progettuale ordinato, solo al termine di questa fase di studio, acquisizione di dati ed esplicitazione degli obiettivi, sarebbe stato possibile affrontare nel dettaglio tutte le problematiche logistiche ed organizzative che ancora una volta vengono invece caricate sui cittadini”.
“Comprendiamo bene – conclude la nota – le obiezioni di chi, vivendo in spazi ridotti, magari senza balconi o cortili, dovrà convivere a lungo con i rifiuti fino a riempire un sacco da 60 litri. E ancora, quanti problemi si genereranno per i grandi condomini privi di adeguati spazi comuni? Anche gli esercizi pubblici dovranno gestire la presenza di un ingombrante sacco della spazzatura del quale non potranno disfarsi prima di averne saturato il volume. L’unica certezza che è possibile costatare sono i maggiori costi legati a consulenze, pubblicità e comunicazioni ridondanti finalizzati esclusivamente e come sempre alla propaganda politica. A fronte di un processo palesemente raffazzonato, molti slogan e troppe incertezze”.