Cronaca

Piscina: SM cede agli spagnoli,
ma il Comune dice "no"

Nuovi sviluppi sulla vicenda della piscina comunale di Cremona, che come quella di Crema sembra sia già stata ceduta a una società spagnola, la Prime SSD, che ne ha affittato il ramo d’azienda di Sport Management. Ad annunciarlo è stato l’assessore allo Sport, Luca Zanacchi (durante la commissione consiliare Politiche alla Persona), che nella giornata di martedì 11 maggio ha ricevuto una Pec in cui la società ha annunciato il cambiamento in essere.

Un cambiamento che però, come ha evidenziato Zanacchi, “non può essere autorizzato dall’amministrazione, in quanto ci sono ampi margini normativi che ci facciano pensare come questa operazione non sia fattibile”. A questo proposito è comunque previsto anche un incontro online per lunedì, sebbene già nella giornata di venerdì l’amministrazione provvederà a inviare una risposta scritta.

A fronte di tutto questo, lo scorso 30 aprile SM ha ritirato la richiesta di concordato preventivo fatta al tribunale di Verona, presentando successivamente un piano di rientro con i nuovi potenziali soci, titolari di un’azienda che gestisce numerosi impianti in Spagna e Portogallo.Il Tribunale di Verona si è ora riservato di decidere.

Ma se sul fronte giudiziario la direzione è presa, non si può dire lo stesso su quello amministrativo: “Come recita il Codice degli Appalti, all’articolo 106, non possiamo accettare passivamente un cambio di gestione tale” continua Zanacchi. Anche a fronte del fatto che la nuova società è partita facendo al Comune le stesse richieste che lo stesso aveva negato a Sport Management: l’erogazione di contributi straordinari o, in alternativa, la proroga del contratto di gestione di altri tre anni.

Intanto c’è attesa sul fronte della riapertura degli impianti al pubblico, che dovrebbe avvenire già dal 15 maggio, come previsto dalla normativa nazionale: se il gestore non sarà in grado di garantire la riapertura, metterà l’amministrazione nelle condizioni di rescindere il contratto. Cosa che potrà accadere anche se la società, una volta terminata la fase giudiziaria, non facesse partire i lavori di riqualificazione dell’impianto, previsti dal contratto ma mai eseguiti.

Insomma, a fronte di quanto emerso, sembra che la direzione che si sta prendendo sia quella del divorzio definitivo con la società veronese.

Laura Bosio

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