Cronaca

Nel centenario dell'uccisione
ripulito il monumento a Ghinaglia

Uno dei fondatori del partito socialista, il cremonese Ferruccio Ghinaglia, è oggi al centro del convegno di studi organizzato dal  collegio Ghislieri di Pavia nel centenario della sua uccisione avvenuta proprio nella città universitaria il 21 aprile 1921 dove era studente di Medicina presso il collegio Ghislieri.

“1921: riforme, rivoluzione, guerra civile. Ferruccio Ghinaglia e il suo tempo”, questo il titolo del convegno attualmente in corso su piattaforma Zoom e che durerà tutta la giornata con gli interventi di storici e docenti: Marcello Flores, Giulia Albanese, Elisa Signori, Nicola Del Corno, Luca Gorgolini, Pierangelo
Lombardi.

“Splendida figura di martire della libertà e della democrazia”, ci spiega Gian Carlo Corada, presidente dell’Anpi di Cremona, che insieme ad Anpi Pavia, al Collegio e all’Istituto per la Resistenza  è tra i promotori di questa giornata di studi tesa ad approfondire una figura che nei brevi anni del suo impegno politico (quando morì era poco più che ventenne) lasciò un segno nella storia della democrazia italiana.  Ghisleri venne ucciso in un agguato teso da alcuni fascisti cremonesi e pavesi a pistolettate, ci fu un processo ma non vennero mai puniti i responsabili, cosa usuale nel Ventennio e in analogia con quanto accadde ad altri socialisti cremonesi, ad esempio Attilio Boldori.

“Perchè ricordare Ghinaglia? – continua Corada –  A lui venne intitolata significativamente la sezione locale delle brigate Garibaldi, che diede un grosso contributo alla Liberazione. A Ghinaglia sono state poi dedicate vie in tutte le città, Cremona compresa. Fin dal liceo, oltre a una particolare capacità scolastica, Ghinaglia aveva mostrato una forte vocazione antimilitarista, quella stessa che lo fece cacciare dall’Accademia Ufficiali dove era stato obbligato ad andare verso la fine della Guerra. Aveva idee pacifiste, internazionaliste e man mano che passava il tempo, quando ancora era segretario della gioventù socialista di Cremona, aderì alla corrente Comunista.

 “Scrisse diversi articoli interessanti, l’ultimo dei quali pubblicato prima della morte, e lì si intravede il senso di sconfitta, di disperazione per i tanti morti uccisi per strada, senza reazioni da parte delle istituzioni. C’è un senso molto umano nei suoi scritti che testimoniano prima la volontà di voler cambiare le cose, a cui subentra poi la disperazione. Per capacità di scrittura, rappresenta anche un piccolo caso letterario.”

Per l’occasione l’Anpi di Cremona ha fatto ripulire il monumento funebre di Ghinaglia al cimitero: “Era ridotta in condizioni pietose, addirittura era irriconoscibile. La statua ritrae Ghinaglia con un braccio alzato: la tradizione dice che anche durante il Ventennio qualcuno riusciva a posarvi un garofano rosso nella ricorrenza del 21 aprile, senza mai che i fascisti riuscissero a individuare chi fosse. Una tradizione, a metà tra leggenda e storia, che continua anche oggi: ancora non si sa chi, ogni anno, metta dei fiori rossi su quella tomba”.

Il monumento in pietra d’Istria è opera dello scultore Adamo Anselmi. Per l’ANPI, in accordo coi familiari, ha seguito il tutto Mariella Laudadio; affidata alle restauratrici Annalisa Rebecchi, Mara Pasqui ed Elena Dognini l’esecuzione. gb

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