Economia

Giornata legalità, Badioni:
"Valore irrinunciabile"

Andrea Badioni

Oggi Confcommercio ha organizzato l’ottava edizione della “giornata della legalità”. Un appuntamento che non ha potuto prevedere incontri e manifestazioni, proprio per l’impossibilità di organizzare iniziative in presenza, ma che non per questo è meno importante.

“E’ un tema di straordinaria attualità – conferma il presidente Andrea Badioni – perché l’impatto della pandemia sulle imprese è stato devastante. Migliaia di lavoratori e imprese stanno vivendo una situazione disperata, spesso da soli. Questo alimenta la deriva verso la illegalità, a partire proprio da usura, riciclaggio e infiltrazioni criminali.

Un rischio che deve essere scongiurato in ogni modo e che richiede una assunzione di responsabilità collettiva. Come Associazione abbiamo intensificato la collaborazione con le forze dell’Ordine, proprio per un monitoraggio costante e anche per affrontare tempestivamente ogni situazione che mostri qualche fragilità. Ma abbiamo sviluppato anche progetti concreti, a partire da quelli sul credito, cercando – attraverso una iniziativa di AscomFidi Lombardia – di garantire credito diretto alle aziende, senza passare attraverso gli istituti bancari”.

“Quello della legalità – conferma Badioni – è, per noi, un valore irrinunciabile e non negoziabile. I dati testimoniano che si sono, in Italia, 300mila imprese del commercio non alimentare e dei servizi che rischiano di chiudere i battenti in modo definitivo. E non possiamo tacere che l’inadeguatezza dei ristori, in questa fase in cui le imprese sono state obbligate a chiudere, ha complicato la situazione.

Ogni giorno, in Associazione, ho testimonianze drammatiche di colleghi che non sanno davvero più come andare avanti. Quanto il Governo potrà mettere in campo per le ripartenze diventa fondamentale sul piano economico ma anche sociale e civile. A giugno finisce la moratoria sui crediti, non sappiamo quanto verranno estese le agevolazioni fiscali e neppure come si procederà con gli ammortizzatori sociali. Sono fattori che rischiano, se non gestiti con responsabilità, di spostare l’equilibri a favore della criminalità e della malavita e questo non possiamo permettercelo”.

Una preoccupazione che emerge, in maniera tangibile, anche dall’analisi dell’Ufficio Studi. “Rispetto al 2019 – spiega la Confcommercio – è più che raddoppiata la quota di imprenditori che ritiene aumentato il problema (27% contro il 12,7%), e sono a immediato e grave rischio usura circa quarantamila imprese del commercio, della ristorazione e dell’alloggio”.

“L’usura – conclude Badioni – rimane una tipologia di reato che fatica ad essere denunciato. A frenare la propensione a denunciare non è tanto la speranza di poter restituire il prestito, quanto piuttosto la paura di subire ritorsioni, la percezione di essere soli, la poca fiducia nella giustizia e la vergogna che caratterizza coloro che, in ultima istanza, si vedono costretti a rivolgersi agli usurai. Come Confcommercio ribadiamo tutto il nostro impegno e siamo pronti a cercare una soluzione al problema insieme a ciascuno degli imprenditori del nostro settore.

Crediamo nella cultura della legalità ma anche in quella della solidarietà, e della vicinanza attiva in particolare a chi è in difficoltà. Abbiamo sempre pensato che, in questa crisi, nessuno dovesse essere lasciato indietro. Oggi vorrei aggiungere che siamo pronti a ripartire insieme”.

 

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