Cronaca

Video hot diffusi in chat: vittima
licenziata, in 10 verso processo

Il sostituto procuratore di Brescia Benedetta Callea ha chiesto il rinvio a giudizio di dieci persone coinvolte nell’inchiesta sulla diffusione di video hard con protagonista una dottoressa 40enne bresciana che nel febbraio del 2020 era stata licenziata da uno studio di Cremona per il quale lavorava per danno di immagine. La donna era stata vittima di revenge porn e aveva presentato una denuncia dopo che alcuni video hot privati erano diventati pubblici e virali. Quei video erano arrivati anche in tutta Italia e addirittura in Sud America.

Lo studio di Cremona l’aveva licenziata perchè anche sul posto di lavoro arrivavano chiamate da uomini che volevano un appuntamento con la professionista. In un’intervista pubblicata su Vanity Fair, la donna ha fatto sapere di aver fatto causa. “Non siamo arrivati in tribunale, mi hanno risarcita prima”.

“L’incubo”, ha spiegato la 40enne, “è cominciato quando qualcuno, non so perché, ha fatto un collage di tre cose: i video, la mia foto profilo su Linkedin, dove indosso un cartellino medico con nome, cognome e numero di telefono, e una cartina di Google Maps che porta alla mia abitazione. In un attimo ho cominciato a ricevere mille chiamate da sconosciuti che volevano incontrarmi, gli uomini si appostavano fuori dalla mia porta, suonavano al campanello quando c’erano i miei figli in casa, si presentavano sul posto di lavoro”.

Le persone che rischiano il processo, otto uomini e due donne, avrebbero contribuito a far girare i video che la 40enne aveva registrato per mandarli ad un’unica persona. Qualcuno, come riporta il “Giornale di Brescia”, si è fatto ascoltare in procura dopo aver ricevuto l’avviso di conclusione indagini, altri hanno presentato memoria scritta.

Sara Pizzorni

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