Ambiente

Istrici in giardino
in zona Cà de Gatti

Sono stati immortalati da una telecamera notturna piazzata nel giardino di un residente della zona di Cà de Gatti, a Pieve d’Olmi. E la sorpresa è stata grande nel constatare tre istrici che hanno sfilato davanti all’obiettivo. Il filmato, inviato da un lettore che intendeva monitorare il passaggio di animali selvatici nella sua proprietà, conferma il fenomeno del ripopolamento delle campagne cremonesi di animali selvatici, provenienti in particolare dall’Appennino, ma non solo.

Una recente ricerca pubblicata da Davide Persico (sindaco di san Daniele Po e docente presso l’Università di Parma, Dipartimento di Scienze della Terra) realizzata insieme a Elena Costa e Andrea Braga, espone i risultati di un monitoraggio avvenuto nell’arco di sei mesi, nei territori limitrofi al fiume Po, tra Pieve d’Olmi e Torricella del Pizzo.

Un “censimento informale (ma professionale)”, così lo definiscono i ricercatori, eseguito mediante osservazioni dirette in golena (con binocolo, fotocamera e drone) o indirette mediante fototrappolaggio, riconoscimento di impronte e escrementi”.

“Dall’osservazione della concentrazione del maggior numero di specie – scrivono –  si evince subito quanto la differenziazione dell’habitat naturale sia importante: boschi misti, acquitrini, aree aperte a vegetazione erbacea, siepi di cespugli e alveo del fiume ad esempio, caratterizzano ampi tratti di golena aperta. Tale diversità ecosistemica rappresenta il substrato ideale per la colonizzazione naturale di specie animali autoctone.
Nel corso degli ultimi dieci anni, si sta assistendo ad un graduale ripopolamento naturale della golena da parte di specie localmente estinte, grazie al loro ritorno attraverso i corridoi ecologici, cioè i torrenti e fiumi che discendono dall’Appennino ma anche nelle aree selvatiche e rinaturalizzate adiacenti al Po. Proprio queste aree risultano particolarmente idonee in quanto meno accessibili all’uomo, quindi a basso impatto antropico. Ne deriva quindi che più queste aree sono estese e conservate, maggiori saranno il flusso faunistico e l’incremento del numero di specie stanziali.
Il patrimonio faunistico osservato in questi mesi di ricerca è stato entusiasmante ed ha evidenziato specie autoctone di mammiferi come volpe, lupo, tasso, donnola, faina, capriolo, cinghiale, istrice, scoiattolo rosso, lepre; uccelli come germani, alzavole, volpoche, gheppio, poiana, airone guardabuoi, airone cenerino, airone bianco maggiore, nibbio bruno, albanella, ghiandaia, upupa, martin pescatore, gazza, cornacchia, taccola, corvo, colombaccio, tortora, fagiano, quaglia, cicogna nera, cicogna bianca e cormorano; rettili come tartaruga palustre, biacco, biscia dal collare, ramarro, lucertola; anfibi come rospo smeraldino, rana verde e tritone crestato”. gb

 

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