Cronaca

Pan: 'Fondamentale vaccino e limitare circolazione virus per evitare nuove varianti'

Il virus va affrontato con decisione, da un lato vaccinando il maggior numero di persone nel minor tempo possibile, dall’altro evitandone la circolazione, in modo da scongiurare il rischio di nuove mutazioni, che potrebbero diventare resistenti al siero: questa l’analisi del dottor Angelo Pan, direttore dell’unità operativa di Malattie Infettive dell’Ospedale di Cremona, che ha fatto il punto sulla situazione e soprattutto sulla diffusione della famigerata variante inglese.

“La circolazione di questa variante in Lombardia si attesta tra il 15 e il 30% del totale dei contagi” spiega. “Anche sul territorio cremonese è stato segnalato qualche caso”.

Su questa particolare mutazione del virus è stato detto molto: qual è la reale situazione dal punto di vista della virulenza e della mortalità?
“La mortalità è superiore del 30% rispetto al virus tradizionale, e ciò è poca cosa perchè con la versione normale del virus essa è dell’1,5% sul totale degli infetti di Covid, quindi con la variante si passa all’1,9%. Il vero problema è che la contagiosità aumenta del 30-40%, e questo significa che più saranno i malati, più saranno anche i deceduti”.

E’ vero che potrebbe diventare quella dominante?
“Vista la velocità di diffusione, è probabile, copme del resto è accaduto anche in altri Paesi”.

Che dire delle altre varianti?
“Vi sono in circolazione quella sudafricana e quella brasiliana, e se non sono già arrivate ora è probabile che arriveranno a breve, in quanto ormai sono presenti a livello globale. Peraltro la sudafricana è stata già identificata a Varese. Si tratta di un virus che tende a mutare spontaneamente e quando si verificano mutazioni favorevoli per il virus, lo rendono più resistente e più trasmissibile”.

I vaccini sono efficaci anche sulla variante inglese e sulle sue “sorelle”?
“Sembra che i risultati sulla versione inglese siano buoni, mentre per altre varianti sembra che el’efficacia sia minore. Tuttavia è stato pubblicato uno studio secondo cui le persone che hanno già avuto il Covid e che hanno fatto una dose di vaccino sviluppano una protezione notevole nei confronti della variante sudafricana, oltre che per la versione tradizionale del virus”.

 Come cambiano i test rapidi nell’identificazione della variante inglese?
“Sembra sia in arrivo un nuovo test rapido in grado di identificare le tre varianti, senza dover fare il sequenziamento: si tratta di una cosa molto importante, in quanto consente di velocizzare le procedure”.

E’ necessario ribadire ulteriormente la necessità di non allentare le misure di protezione individuale?
“Assolutamente. Su Nature Communication, una delle più importanti riviste scientifiche al mondo, hanno analizzato l’influenza che clima e stagione hanno sulla diffusione del virus, ed è emerso che hanno un modesto impatto, mentre ciò che conta molto più è l’utilizzo delle mascherine. E’ assolutamente fondamentale continuare a proteggersi e a non dimenticare l’igiene delle mani.

Cosa ci aspetta nei prossimi mesi?
“La lotta al virus continua e ci troviamo in una fase molto complicata. Capisco che ci sia lo stress delle attività commerciali e di montagna, costrette a continue chisure, ma dobbiamo da un lato cercare di ridurre quanto più possibile la cicolazione del virus, e dall’altro cercare di vaccinare quanto più rapidamente una buona parte della popolazione.

Solo in questo modo potremo riuscire in tempi relativamente rapidi ad avere la maggior parte della popolazione protetta. Questo ci proteggerà dalla comparsa di nuove varianti, che inesorabilmente arriveranno, perché più il virua circola e si moltiplica, più è facile che esse compaiano.

Se lo lasciamo circolare, il rischio è che si selezioni una nuova variante che potrebbe rendere il vaccino inefficace. Per questo è fondamentale tenere il virus sotto controllo il poù possibile.

Sono scelte complesse, ma i medici sono schierati per la maggior parte sulle stesse posizioni. A volte bisogna essere aggressivi nelle scelte e mi sembra che il coro del mondo sanitario sia abbastanza univoco in questo ambito”.

Laura Bosio

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