Cronaca

Poste Italiane, nuovo blackout del sistema informatico

Disagi e malumori. Blackout per la rete informatica delle poste. Sistema in panne in tutta Italia. Anche in Lombardia. Tutto è avvenuto ieri. “Cittadini infuriati ed impiegati sconfortati per i continui rallentamenti e blocchi”, spiega Maurizio Tassi, segretario generale Cisl-Slp. “Il sistema si è completamente bloccato intorno alle ore 12.40 circa, al momento delle  chiusure delle contabilità e degli uffici ed al termine dell’orario di lavoro. Dopo un po’ di tempo ed ampiamente dopo il termine dell’orario di lavoro, con il sistema ancora in blocco molti direttori sono andati a casa, attivando gli allarmi degli uffici, in attesa che al lunedì mattina tutto funzionasse in modo da effettuare tutte le chiusure contabili e riaprire quindi gli uffici al pubblico, Sempre ammesso che il sistema informatico lunedì funzioni”.

“Ad oggi – prosegue Tassi – e fino al 17 marzo è in corso lo sciopero regionale delle prestazioni straordinarie indetto da CISL UIL SAILP UGL, per cui i lavoratori al termine del proprio orario di lavoro lasciano l’ufficio. Il problema è nazionale ma fortemente sentito in Lombardia. Il nuovo sistema informatico SDP di Poste doveva velocizzare le operazioni ed agevolare la contabilità interna. Invece, in quasi un anno dalla sua introduzione, si è rivelato un sistema che penalizza e fa infuriare i cittadini lasciando gli impiegati ed i direttori nello sconforto a subire lamentele ed improperi spesso nell’assordante silenzio dei superiori vertici aziendali”.

“Nel mese di giugno 2011 doveva esserci la partenza per tutti i 14.000 uffici postali in Italia. Una débâcle storica, peggio di una guerra informatica, ha visto gli uffici postali bloccati per più giorni con i cittadini ed i pensionati infuriati perché non potevano riscuotere nulla, né pagare nulla, né effettuare una qualsiasi operazione. Molta parte del sistema paese interamente bloccato per quasi una settimana ed in balia dei capricci (o delle inefficienze) del sistema informatico che doveva essere il fiore all’occhiello di Poste. Dal mese di giugno il sistema non ha mai ripreso a funzionare a pieno regime e con la dovuta affidabilità, viste le milioni di transazioni quotidiane in pagamenti ed in incassi. Un sistema che non è nemmeno sicuro nelle contabilità interne, tant’è che sono aumentati gli ammanchi di cassa che spesso sono inspiegabili e nemmeno possono essere riscontrate tutte le operazioni effettuate agli sportelli. A pagarne le spese sono i lavoratori”.

“A 10 mesi dalla storica débâcle informatica – conclude Tassi – siamo ancora punto e daccapo. Il sistema non va e si blocca. L’azienda non trova di meglio che mettere pezze su pezze per tentare di nascondere tutto e fare in modo che all’esterno non si sappia. Nel tardo pomeriggio di oggi sabato, anche con “velati inviti” vengono richiamati direttori ed impiegati a tornare negli uffici (in barba agli allarmi, alle sicurezze ed alle stesse dichiarazioni di sciopero) per cercare di far chiudere le contabilità entro le 20.45 nel tentativo di mettere a tacere tutto”.

 

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