Export agro-alimentare, a picco settore lattiero-caseario, meglio carni e salumi
Se complessivamente, nel terzo trimestre del 2020, i distretti agro-alimentari italiani continuano il sentiero di crescita già intrapreso nella prima metà dell’anno, quelli che riguardano il nostro territorio toccano invece valori negativi. A dirlo è il Monitor dei distretti agro-alimentari elaborato da Banca Intesa San Paolo.
In particolare, il Lattiero-Caseario della Lombardia orientale ha registrato un -3,9% nel terzo trimestre 2020, e un -2,5% nei primi nove mesi del 2020 (mentre nel 2019 aveva fatto registrare un +11,2%). In concreto, questo significa che in tre mesi, tra luglio e settembre, ha perso 8 milioni di euro, mentre da gennaio a settembre il calo è stato di 15,5 milioni.
Per l’altro settore agro-alimentare del territorio, quello delle Carni e salumi di Cremona e Mantova, invece, i risultati sono più lusinghieri: pur registrando una perdita del 4,3% nel terzo trimestre dello scorso anno (-2,7 milioni), nei primi nove mesi viene rilevata una crescita dell’11,3%, con un incremento dell’export di oltre 19 milioni (valore delle esportazioni complessivo di 598 milioni).
Complessivamente, nel terzo trimestre del 2020 i distretti agro-alimentari italiani continuano il sentiero di crescita già intrapreso nella prima metà dell’anno, realizzando nel complesso oltre 5 miliardi di euro di vendite all’estero (corrispondenti a una crescita del 2,3% rispetto allo stesso periodo del 2019).
Per quanto riguarda i paesi di destinazione delle esportazioni dei distretti agro-alimentari, come si legge nel report, si registra in questi primi nove mesi del 2020 una crescita delle vendite verso tutti i principali partner commerciali, ma con contributi differenti.
“Crescono i flussi verso il nostro principale partner commerciale, la Germania (+7,5%), che incrementa nel periodo gennaio-settembre gli acquisti soprattutto di prodotti provenienti dai distretti agricoli (+11,5%) e della pasta e dolci (+10,4%), mentre tornano in territorio positivo, dopo la frenata del secondo trimestre, anche le vendite di vini (+1,1% nei primi nove mesi del 2020)” scrivono i ricercatori.
“Subiscono un ripiegamento nel terzo trimestre i volumi esportati verso gli Stati Uniti (-3,5%), ma resta in territorio positivo il bilancio dei primi nove mesi (+0,8%) grazie al contributo delle vendite di pasta e dolci (+26%), mentre registrano un pesante regresso quelle dei formaggi (-25,6%); tiene nel complesso anche la filiera dei vini (+0,1%), che da sola rappresenta la metà delle esportazioni agro-alimentari distrettuali oltreoceano”.
“Positivi anche i flussi verso la Francia (+3,8% nei 9 mesi), che mostra apprezzamento soprattutto per i prodotti della filiera della pasta e dolci (+12%). In crescita anche le esportazioni verso il Regno Unito (+1,1%), nonostante il calo degli acquisti nel comparto dei vini (-10%), grazie al successo delle conserve (+11%) e pasta e dolci (+17,8%)”.
Nel complesso, in questi primi nove mesi del 2020 “sono state soprattutto le economie avanzate ad aver trascinato l’export distrettuale dei prodotti agro-alimentari italiani (+3,8%), alle quali si deve oltre l’80% dei flussi, mentre ripiegano leggermente (-0,2%) le vendite verso le economie emergenti”.
Laura Bosio