Cronaca

Aree dismesse, individuati gli ambiti di rigenerazione urbana C'è anche il 'sistema Gallerie'

foto Sessa

Si è tornato a parlare di rigenerazione urbana venerdì pomeriggio in Comune, con la presentazione da parte del vicesindaco Andrea Virgilio dei nuovi ambiti individuati dal Comune, anche a seguito di segnalazioni da parte di privati, per recuperare spazi dismessi o trascurati dell’ambito urbano. Lo spunto è stato il recepimento della legge regionale 12/2055; il documento è stato presentato in anteprima alla commissione Territorio e poi passerà in Giunta.

Non solo palazzi, ma aree scoperte e porzioni di quartieri: in tutto sono circa una cinquantina i contesti su cui incentrare i progetti di rigenerazione urbana in modo da averli pronti quando escono bandi per il loro finanziamento. Proprio su uno di questi bandi, ha fatto presente Virgilio, c’è stata una prima call di Regione Lombardia che ha illustrato questa opportunità.

Alcuni degli ambiti che fanno parte della ricognizione sono già presenti nell’attuale Pgt, altri invece sono nuovi. Tra quelli già inseriti e già individuati da tempo nel Pgt, figurano le ex scuole di Picenengo, l’ex Snum, l’ex ospedale di San Francesco, la caserma La Marmora di via Villa Glori e il palazzo del Coni in via Fabio Filzi. Tra gli ambiti naturalistici è stato inserito nella lista il parco sovracomunale del Po e del Morbasco.

Come mostra una delle tabelle presentate ieri pomeriggio, figurano tra gli ambiti di intervento anche aree finora non considerate: i Giardini Pubblici e l’intera piazza Roma, su cui da tempo viene segnalata una situazione di degrado; piazza Lodi, piazza Giovanni 23°, piazza Castello, area verde quest’ultima che avrebbe un estremo bisogno di rivitalizzazione.  Ma spunta anche corso Garibaldi, teatro all’inizio del primo mandato di Galimberti del famoso intervento di rigenerazione urbana connotato dalle strisce azzurre a simulare il corso del fiume. E sotto la lente viene posto anche il sistema delle gallerie del centro città: la 25 aprile, galleria del Corso e la Kennedy. In particolare, si legge nella relazione a proposito di queste ultime, “si ricorda che sono private con servitù di transito pedonale a favore del Comune. Gli interventi dovranno proporsi il recupero dello spazio a vivibilità e vitalità urbana che possa contemperare l’interesse sia pubblico che privato”.

Altra novità è l’inserimento dell’intera area del Distretto Urbano del Commercio come area da ‘rigenrare’ soprattutto a favore delle attività commerciali e artigianali.

Per quanto riguarda le nuove aree di rigenerazione, spiccano le ex serre di via Sesto, l’ex mercato ortofrutticolo, la cascina Cambonino, il complesso Aler di via santa Croce, triste esempio di cantiere abbandonato da decenni, l’area Frazzi di viale Po, suddivisa tra comparto dei servizi scolastici del quartiere e l’arena Giardino, dove sotto le ciminiere della fornace resiste il cinema all’aperto. Da anni il gestore Giorgio Brugnoli segnala la necessità di intervenire sui manufatti che raccontano la storia di un’eccellenza industriale.

Si tratta di “un’opportunità per il comune di Cremona – ha spiegato il vicesindaco Andrea Virgilio – per valorizzare il patrimonio pubblico e in parte privato che riguarda non solo palazzi ma anche contesti di pregio, piazze, quartieri, aree da bonificare e aree naturalistiche”.

Silvia Galli – Giuliana Biagi

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