Cronaca

Cremona meglio di altre province lombarde: 141 casi ogni 100mila abitanti

Qualche raggruppamento di persone in tarda mattina, in piazza del Duomo

Continua a crescere anche in provincia di Cremona la curva dei nuovi contagiati come nel resto della Lombardia. Come mostrano i grafici pubblicati dal consigliere regionale Samuele Astuti, nella prima settimana dell’anno si sono registrati 507 nuovi casi, anche se il numero di nuovi positivi ogni 100mila abitanti nella nostra provincia è tra i più bassi della regione (terza tabella): 141 casi ogni 100mila abitanti, contro, ad esempio, gli oltre 300 di Mantova, ma peggio di Bergamo (60). Attualmente critiche sono le province di Mantova, Brescia, Como, Varese, Pavia e Sondrio.
“Il numero di tamponi eseguiti in Lombardia – rileva Matteo Piloni, consigliere Dem –  è calato notevolmente rispetto a novembre. L’ultima volta che si sono eseguiti 40mila tamponi era il 4 dicembre; nell’ultima settimana (8-15 gennaio) si registra un aumento di casi positivi del 19% rispetto alla settimana precedente.  il rapporto tra tamponi eseguiti e nuovi positivi registra una flessione dal 20% al 18%”.
Sempre in ambito regionale, il numero dei ricoverati non in terapia intensiva è cresciuto e i decessi sono calati del 7% rispetto alla prima settimana di gennaio. “Il trend a livello regionale è altalenante (sale, poi scende, poi sale ancora). Non è un aspetto positivo, perché significa che non c’è un’attività di controllo costante. E, aggiungo, dimostra che commentare i dati giornalieri, come viene fatto fin dall’inizio della pandemia, e anche settimanalmente è un limite.
La percentuale dei risultati positivi dei tamponi effettuati su persone «nuove» sale in maniera preoccupante: non c’è un monitoraggio efficace e abbiamo bisogno di un numero superiore di tamponi”.
Tra le priorità indicate: “organizzare meglio e in fretta la campagna vaccinale;  garantire i test rapidi alle scuole e inserire nel piano vaccinale il personale scolastico;  valutare seriamente la possibilità di prevedere differenziazioni tra territori (a tal proposito il Ministero della salute ha inviato agli organi competenti la richiesta in tal senso del nostro territorio, insieme a quelle di Bergamo e Lodi. Regione Lombardia non pervenuta); lavorare sulla riforma della legge 23 che governa il servizio socio-sanitario regionale per rafforzare la medicina di territorio”.

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