Cronaca

La truffa dell'asporto, parlano i ristoratori beffati: 'Siamo amareggiati'

Federico, Diego e Roberto sono i titolari di tre dei numerosi ristoranti della provincia di Cremona truffati da una 40enne di Vescovato che è stata denunciata dai Carabinieri per truffa e insolvenza fraudolenta.

La donna ha ordinato cibo e bevande per 2400 euro per poi dileguarsi senza pagare. In pratica si fingeva titolare di un’attività ed effettuava ordini telefonici presso vari ristoranti della provincia, senza poi pagarli.

Come hanno spiegato i ristoratori a ‘Pomeriggio 5’, la 40enne, che utilizzava nomi sempre diversi, si faceva mandare i menu, poi ordinava telefonicamente dicendo che avrebbe incaricato una propria dipendente al ritiro della merce e che lei sarebbe passata a pagare in seguito. Così non è stato.

“Questa cosa ci ha messo un pò l’amaro in bocca”, hanno dichiarato alla giornalista di Canale5 le vittime. “Ci siamo fidati”. Da Roberto, ad esempio, la donna aveva scelto un menu piuttosto costoso, composto da escargot e pasta con il tartufo. Il danno si aggira sui 400 euro.

Durante le indagini è emerso che la donna e la sua compagna hanno accumulato qualcosa come una cinquantina di denunce, truffando ristoranti non solo cremonesi, ma anche di Piacenza e Brescia. A ‘Pomeriggio 5’ è andata in onda anche l’intervista alla mamma della 40enne denunciata. “Sono disperata”, ha detto, “mia figlia non era così. Lo è diventata da quando ha conosciuto la nuova compagna. Io e mia figlia non ci parliamo più”.

La 40enne di Vescovato era finita nei guai ad inizio dicembre, quando era stata identificata e denunciata dagli agenti della Questura insieme ad altri due complici. In quell’occasione la donna aveva messo a segno una truffa e ne aveva tentato una seconda ai danni di due esercizi commerciali.

Il modus operandi era sempre lo stesso, ovvero venivano effettuati telefonicamente ordini di acquisto che, dopo la consegna a domicilio, non venivano pagati.

La tempestiva segnalazione della titolare di un esercizio commerciale preso di mira, venuta a conoscenza di un analogo episodio accaduto ad un altro commerciante, aveva permesso ai poliziotti di recarsi all’appuntamento al posto dell’esercente e di bloccare truffatrice e complici, un’altra donna e un uomo, all’atto di ritirare l’ennesima fornitura sottoscrivendo la ricevuta con un nominativo di fantasia.

Sara Pizzorni

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